Tredicesime e taglio del cuneo, le priorità dei partiti per la Manovra (che sarà “sobria”)

Oggi il vertice con FI e Lega: la rinuncia alle misure spot

Mercoledì 6 Settembre 2023 di Francesco Malfetano
Tredicesime e taglio del cuneo, le priorità dei partiti per la Manovra (che sarà “sobria”)

 «Cosa portiamo al tavolo sulla Manovra? Gli spritz...». L’appuntamento, del resto, si presterebbe anche: ore 18.30, palazzo Chigi. «Ma di questi tempi meglio non esagerare» scandisce chi oggi a quel tavolo si siederà. Nell’interpretazione dei maggiorenti di Lega e Forza Italia l’invito di Giorgia Meloni in effetti, pare serva proprio a questo.

Dietro la «normale occasione di confronto» descritta dalla premier, ci sarebbe infatti il tentativo di stoppare fughe in avanti da parte degli alleati. Cioè tenere a bada quella tentazione della promessa elettorale che può prevalere quando mancano poco meno di nove mesi al voto europeo. 

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LA STRADA
Eppure, a sentire alcuni dei protagonisti degli schieramenti di governo, tanto per il Carroccio quanto per gli azzurri, la strada sembra piuttosto segnata. Addirittura la locuzione utilizzata è spesso identica. «Niente voli pindarici», scandiscono quasi all’unisono, ribadendo che la priorità assoluta sarà riservata al rinnovo del taglio del cuneo fiscale (per cui servono almeno 10 miliardi di euro) e per la detassazione delle tredicesime. Una sorta di rassegnazione rispetto a ciò che può o non può starci nella prossima Legge di Bilancio che però non pare lasciare del tutto serena Meloni. 

Tant’è che nelle riflessioni che affiderà ai capigruppo e di maggioranza e ai leader presenti a palazzo Chigi, come già fatto con i ministri al primo Cdm al rientro dalle vacanze della settimana scorsa, la premier tornerà ad anteporre la forza della matematica. I conti sono ancora in divenire (il ministero dell’Economia ribadisce che quelle avanzate fino a questo momento sono solamente ipotesi di lavoro), ma la «sobrietà» che dovrà contraddistinguere la Manovra non può essere messa in discussione da bandierine come Quota 41 o pensioni minime aumentate a 1000 euro. 

Un punto questo, che a dispetto di certe uscite spericolate delle scorse settimane, sembra essere ormai condiviso anche dai più belligeranti di FI e Carroccio. Tant’è che se i primi si “limitano” a rivendicare la necessità di alzare le pensioni almeno a 700 euro (la quadra potrebbe trovarsi a 670) e alla modifica della legge sugli extra-profitti bancari, i leghisti invece marcano punti «ragionevoli» come la rateizzazione dell’acconto di novembre e la mini-Ires (entrambe già in delega fiscale).

L’AUTUNNO
Non solo Legge di Bilancio però. Il faccia a faccia di oggi a Palazzo Chigi ha anche l’obiettivo di serrare i ranghi in vista di «un autunno impegnativo» che coinvolgerà in maniera determinante il Parlamento. Dalla ripresa della discussione sul salario minimo alla ratifica del Mes, fino all’uscita dell’Italia alla Via della Seta. Una fetta enorme della prossima attività di governo passerà per Montecitorio e Palazzo Madama. 
Gli errori - come a volte accaduto in passato - non sono consentiti. Un concetto, quello del «vietato sbagliare», che in serata Meloni ha tenuto a ribadire anche agli eletti di Fratelli d’Italia nel corso di una cena a palazzo Brancaccio, sul Colle Oppio. 

Ultimo aggiornamento: 07:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA