Stipendi medici, aumenti in arrivo: sul nuovo contratto 290 euro in più in busta paga

Tavolo tra Aran e sindacati per chiudere entro settembre

Martedì 5 Settembre 2023 di Andrea Bassi
Stipendi medici, aumenti in arrivo: sul nuovo contratto 290 euro in più in busta paga

 Il vento è cambiato. Dopo la fumata nera di luglio sul nuovo contratto dei medici oggi è attesa una schiarita. Questa mattina è atteso il vertice tra Aran, l’Agenzia che per il governo tratta il rinnovo, e i sindacati. Sul tavolo ci sono aumenti medi di 241 euro lordi mensili, ai quali si sommano gli aumenti per i medici di pronto soccorso e l’ulteriore beneficio dello 0,22% previsto per il trattamento accessorio.

Insomma, per i camici bianchi in prima linea si può arrivare fino a quasi 290 euro in più al mese. E poi ci sono gli arretrati. L’ultimo contratto è scaduto nel 2018. Quello che Aran e sindacati stanno trattando copre il triennio che va dal 2019 al 2021. Nel pubblico impiego, e i medici sono dipendenti pubblici, quando si rinnova un contratto vengono sempre pagati anche tutti gli arretrati. In questo caso ci sono quattro anni e nove mesi da recuperare. 

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I CALCOLI

Secondo i calcoli dell’Aran, mediamente un medico riceverà oltre 6.500 euro di arretrati, ai quali si aggiungono la una tantum dell’1,5 per cento della retribuzione decisa dal governo solo per quest’anno e altri fondi e indennità in grado di far lievitare il totale oltre i 10 mila euro. Ma la verità che a rallentare il negoziato tra l’Agenzia governativa presieduta da Antonio Naddeo e le sigle sindacali, non è mai stata la questione economica. A frenare le trattative sono state altre ragioni, la principale delle quali riguarda gli orari di lavoro dei camici bianchi negli ospedali e come le ore extra dei medici vengono retribuite. La questione è stata sollevata con forza nelle trattative dai due principali sindacati dei medici, Anaao-Assomed e Cimo-Fesmed, che hanno accusato senza mezzi termini, i datori di lavoro, ossia le Regioni, di pretendere dai medici centinaia di migliaia di ore di lavoro a titolo gratuito. E questa sarebbe una delle principali ragioni che stanno determinando la fuga dei camici bianchi dagli ospedali. Un’emergenza della quale le stesse Regioni, il vero convitato di pietra della trattativa, sono costrette a prendere atto. I pronto soccorso sono sguarniti, e gli ospedali sono costretti sempre più spesso a ricorrere a medici a gettone pagati a carissimo prezzo per coprire turni ormai divenuti ingestibili. 

In altri casi, come quello della Calabria che si è rivolta a Cuba, si fa reclutamento all’estero di dottori. I sindacati chiedono non solo che le ore extra richieste ai medici siano ridotte e limitate al massimo a 50 l’anno, così come i turni di guardia e le reperibilità, ma soprattutto che si cambi il meccanismo di remunerazione di questi orari extra. «Oggi», spiega Pierino Di Silverio, segretario generale di Anaao-Assomed, «l’articolo 65 del contratto prevede che nei fondi di risultato può essere ricompreso anche il lavoro aggiuntivo. Noi chiediamo che esca dagli obiettivi». La ragione è che, secondo i medici, gli obiettivi e i risultati dovrebbero essere raggiunti durante l’ordinario orario lavorativo. Se invece il lavoro extra viene ricompreso tra i “premi” si finisce per pagare gli straordinari con soldi che già sono dei medici. Un paradosso. Dall’altro lato se gli orari extra fossero ridotti troppo, gli ospedali non riuscirebbero a coprire i turni perché i medici in servizio sono troppo pochi. Dalla soluzione di questo rebus uscirà il nuovo contratto.

LA TEMPISTICA

La domanda allora, è in che tempi si può arrivare alla firma. «Il clima con i sindacati è positivo», dice il Presidente dell’Aran Naddeo. «Da oggi lavoriamo per chiudere al più presto il contratto. Dobbiamo trovare un accordo sull’orario di lavoro che soddisfi tutte le parti in causa». La speranza è che si arrivi all’accordo entro settembre, in modo da far arrivare aumenti e arretrati ai camici bianchi già a dicembre. «L’Aran», fa eco Di Silverio di Anaoo-Assomed, «ha mostrato delle gradi aperture e sta facendo il possibile per arrivare alla firma. Di certo», aggiunge, «o si firma in tempi brevi o noi siamo pronti a mobilitarci e bloccare tutto». E a quel punto il problema diverrebber politico. Ma ad aiutare la trattative potrebbero essere anche le prossime decisioni che dovranno essere prese in manovra per il comparto. Il ministro della Salute Orazio Schillaci avrebbe chiesto 4 miliardi per il comparto. Sarebbe un segnale per tutti. Regioni comprese. 

Ultimo aggiornamento: 11:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA