Nuovo contratto dei medici, aumenti tra i 200 e i 240 euro al mese e premi extra per gli straordinari. E più posti a Medicina

Già dal prossimo anno nelle facoltà sarà consentito l’accesso a 4 mila studenti in più​

Lunedì 17 Luglio 2023 di Andrea Bassi
Nuovo contratto dei medici, aumenti (tra i 200 e i 240 euro al mese) e premi extra per gli straordinari

Poco personale medico negli ospedali. Turni massacranti, riposi saltati, un settore privato che diventa sempre più attrattivo rispetto al pubblico. La crisi della Sanità pubblica è ormai conclamata. E ora il governo prova a dare una doppia risposta. Da un lato “aprendo” le facoltà di medicina. E dall’altro spingendo sul rinnovo del contratto con un accordo che induca soprattutto a migliorare l’organizzazione delle aziende sanitarie in modo da permettere ritmi di lavoro più sostenibili. Innanzitutto, come detto, arriva un aumento del 30 per cento dei posti nelle facoltà di medicina, come era stato promesso: gli aspiranti medici saliranno dagli oltre 15 mila dell’anno accademico 2022/23 agli oltre 19mila del 2023/24. 

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INGRESSI

Il ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) avanzerà oggi al gruppo di programmazione per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia in italiano e in lingua inglese la proposta di 19.944 posti.

Si tratta di un numero superiore alla richiesta della Conferenza Stato-Regioni su parere del Ministero della Salute (18.133 posti) e che tiene conto del fabbisogno di nuovi medici così come emerso dal gruppo di esperti istituito al ministero dal ministro Anna Maria Bernini. 

Rispetto allo scorso anno accademico si tratta dunque di oltre 4 mila posti in più che verranno messi a disposizione degli studenti. Pochi giorni fa la ministra Bernini aveva annunciato quello che sta per diventare legge: «Abbiamo bisogno di medici e soprattutto di medici specializzati in determinati settori. Da settembre mettiamo a disposizione 4 mila posti in più per i corsi di laurea in Medicina e chirurgia, per un totale di 30 mila nuovi ingressi nei prossimi 7 anni. È un’apertura sostenibile e programmata, basata sui fabbisogni futuri». E intanto, dall’altro lato, si prova ad accelerare sul rinnovo del contratto dei medici, fermo per ora al tavolo del negoziato tra l’Aran e i sindacati. Sarà una corsa contro il tempo. Ieri c’è stato il primo dei quattro incontri che dovrebbero portare alla firma. Oggi ce ne sarà un altro. Poi si proseguirà martedì e mercoledì prossimo. Un calendario serrato per risolvere tutti i nodi del contratto e tentare - ha auspicato il presidente dell’Aran Antonio Naddeo - di arrivare alla firma prima della pausa estiva». 

Un obiettivo, quello della chiusura «entro il mese di luglio», che nei giorni scorsi il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha definito «plausibile». Il rinnovo riguarda 130 mila camici bianchi che, in media, avranno aumenti tra i 200 e i 240 euro al mese. Siccome poi il contratto copre il triennio che va dal 2019 al 2021, dovranno essere versati anche arretrati che, secondo i primi calcoli, possono arrivare anche a 9 mila euro lordi. Come detto per riuscire ad avere questi soldi entro la fine dell’anno sarà necessario arrivare alla firma degli accordi entro luglio. Il contratto, una volta firmato da Aran e sindacati, infatti, dovrà avere le solite bollinature: la Ragioneria, la Corte dei Conti e poi l’approvazione in consiglio dei ministri. Un percorso che in media prende tra i tre e i quattro mesi. 

I NODI

Ma non tutti i nodi sono sciolti. Quelli più complessi riguardano non tanto i soldi (gli stanziamenti sono fissati ormai da tempo), piuttosto il tempo di lavoro dei medici e quello di riposo. I camici bianchi vorrebbero innanzitutto poter fruire dei riposi quando lavorano giornate extra, e non sempre ci riescono. Chiedono migliore programmazione. L’Aran sarebbe pronta a proporre la possibilità di poter usufruire dei giorni di riposo compensativo non entro il mese successivo come accade oggi, ma nei tre mesi seguenti. 
E una soluzione si starebbe cercando anche sul pagamento degli extra orari. Oggi fanno parte della retribuzione di risultato. Non c’è, insomma, un legame diretto con il numero di ore in più di lavoro. Sul tavolo potrebbe essere messa la possibilità di riconoscere dei premi “extra” in base alle ore di lavoro straordinario. 

Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 14:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA