Ruby, il Copasir sentirà Berlusconi
D'Alema: riferisca sulla sua sicurezza

Mercoledì 3 Novembre 2010
Silvio Berlusconi
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ROMA (3 novembre) - Il caso Ruby finisce davanti al Copasir. Il presidente del Comitato di controllo sui servizi segreti, Massimo D'Alema, ha chiesto l'audizione di Silvio Berlusconi sul tema della sua sicurezza, anche alla luce della vicenda riguardante la giovane marocchina. Una mossa che alimenta le polemiche tra opposizione e maggioranza, e all'interno di quest'ultima tra Pdl e Fli, nel giorno in cui il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, parla di «imbarazzo» per la presenza del premier al Forum di Milano della prossima settimana.



Continuano dunque a far discutere le presunte pressioni del premier sulla questura di Milano per il caso Ruby e le indiscrezioni su escort e festini. Scandali, veri o presunti tali, che riguardano anche la sicurezza del capo dell'esecutivo. Ad occuparsene sono «i servizi segreti - ricorda D'Alema - e noi riteniamo che sarebbe giusto sentire, su questo e altri temi, il presidente del Consiglio». Una richiesta, quella dell'audizione del Cavaliere, che il Copasir ha avanzato «fin dalla sua costituzione». «Fino ad ora ciò non è stato ancora possibile», per cui «abbiamo confermato questa richiesta», spiega ancora D'Alema, che esprime sentimenti di «umana solidarietà» verso i carabinieri di scorta al premier.



Un dispositivo complesso, formato da una cinquantina di uomini dell'Aisi, il Servizio segreto civile, che provengono da reparti speciali come Gis e Nocs. «Comprendiamo la loro stanchezza», dice il presidente D'Alema dopo che il Fatto quotidiano ha riportato le lamentele scatenate dall'affaire Ruby tra i militari, che hanno il compito di seguire ovunque Berlusconi e di proteggere le sue residenze. Dove, sostiene l'eurodeputato dell'Idv Luigi de Magistris, «accoglie un variegato universo femminile, che dispone anche del cellulare del capo-scorta». «È evidente - aggiunge de Magistris - che si pone un problema per la sicurezza nazionale». Proprio per

questo «il Copasir vuole avere informazioni dettagliate sulla sua sicurezza personale - aggiunge Ettore Rosato, deputato del Pd e membro del Comitato - e sull'utilizzo del personale dei Servizi segreti messo a sua disposizione».



«Indebite strumentalizzazioni», per i rappresentanti del Pdl nel Copasir, Fabrizio Cicchitto, Giuseppe Esposito e Gaetano Quagliariello, che invitano a non confondere «i temi istituzionali relativi alla sicurezza nazionale» con i presunti scandali di questi giorni. Un punto, quest'ultimo, sul quale si apre l'ennesimo fronte di

rottura con gli alleati di Futuro e Libertà. «Tutti i predecessori di Silvio Berlusconi sono stati ascoltati almeno una volta dal Copasir», ricorda il finiano Carmelo Briguglio, che puntualizza: l'audizione «avrebbe valenza generale», ma nulla vieta al Comitato di rivolgere anche domande su Ruby e sulle altre donne del premier. Storie che, ammette persino Umberto Bossi, l'amico e alleato di ferro di Berlusconi, rischiano di danneggiare «un po'» l'immagine del Paese.



Sicuramente mettono in «imbarazzo» i rappresentanti del Forum delle associazioni familiari di fronte a cui il Cavaliere dovrebbe parlare la prossima settimana. «Il dibattito sui comportamenti

pubblici e privati del premier - afferma il presidente del Forum, Francesco Belletti - non ci vede in sintonia». La presenza del premier alla Conferenza nazionale della famiglia «ci imbarazza, continuato, in vista dell' appuntamento governativo in programma a Milano dall'8 al 10 novembre prossimi.



«La presenza del Presidente del Consiglio alla Conferenza - ha precisato Belletti - era prevista fin dall'inizio ed era un fatto che abbiamo sempre giudicato come un segno di grande attenzione alla famiglia». Ma alla luce degli ultimi eventi «questa presenza ci imbarazza, è un fatto delicato. Il dibattito sui comportamenti pubblici e privati del premier non ci vede in sintonia».



Tuttavia - ha proseguito Belletti - «se Berlusconi sarà capace di proteggere il valore della famiglia, sarà sostenuto da noi». «Non ce la sentiamo di dire "non si deve presentare" ma da qui a lunedì mattina, quando è in programma il suo intervento, deve mandare un segnale diverso da quanto ha fatto finora. Deve fare una dichiarazione di impegno forte di distinzione fra la vita privata e l'impegno pubblico».



Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, punta intanto il dito contro le «idee più retrive» del capo del governo, per cui «la donna - conclude - è il dopolavoro del maschio e gli omosessuali sono da disprezzare».



Anche i giornali vicini attaccano il premier. «È dura aiutarlo se non inizia ad aiutarsi da sè». È esplicita la sollecitazione per Silvio Berlusconi che arriva da Maurizio Belpietro nell'editoriale di prima pagina sul caso Ruby.



«Sostenerlo non significa dargli sempre ragione: Libero ha segnalato dei problemi che lui ha ignorato per troppo tempo. Ora trovi il coraggio di tirarsi su», scrive Belpietro. Sempre su Libero, ancora in prima, è Mario Giordano a firmare un pezzo critico sulle battute del premier su donne e gay in cui si sostiene che «Silvio non può censurare le inclinazioni sessuali degli altri. Tenga la politica fuori dalle lenzuola». Il foglio non giustifica il premier, ma lo perdona: «Nessuno intende difendere o giustificare la boutade. Ma è chiaro che Silvio Berlusconi non l'ha detta in senso omofobico ma solo insenso egocentrico», si legge in pezzo in prima.



Vittorio Feltri firma un editoriale in cui offre i suoi consigli al premier, individuandone il suo «limite»: «Per essere apprezzato da Bersani, da Vendola, da Della Vedova, da Fini e perfino da Di Pietro, Silvio deve fare una scelta radicale: diventare frocio», sostiene Feltri. La Padania se la prende con i magistrati: «Procure scatenate», ma aggiunge in inquietante interrogativo: «Il governo è a rischio?». Si legge ancora sul quotidiano del Carroccio: «Un'ipotesi di reato potrebbe essere la pietra tombale sull'esecutuvo».



Il Secolo bolla la battuta del premier alla fiera del ciclo come «l'ultima berlusconata», il titolo di apertura del giornale. Per il quotidiano dei finiani, «il premier è riuscito in un colpo solo a imbarazzare gli amici, molti dei quali costretti a una difesa molto ardua, e scatenare gli avversari». Ma non solo, il Secolo dedica l'intera ultima pagina al rapporto tra la Chiesa e Berlusconi: «Si sorreggono a vicenda le debolezze del premier e quelle di una Chiesa che ha scelto il collateralismo», si legge. «La laicità naturale del Cav ha lasciato spazio ad un confessionalismo opportunistico, come il suo liberismo è sfumato in un vittimismo ansiogeno».
Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 02:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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