Un unico disegno di legge composto da 8 articoli. E dentro interventi su intercettazioni, custodia cautelare, informazione di garanzia, reati contro la pubblica amministrazione, a partire dall'abuso d'ufficio e dal traffico di influenze illecite. Dopo mesi di annunci giovedì approderà al Consiglio dei ministri il primo consistente pacchetto della riforma della giustizia, che domani avrà un primo vaglio nel preconsiglio, la riunione tecnica preparatoria del Cdm. Una scelta con cui il governo intenderebbe anche rendere un tributo a Silvio Berlusconi, ricordato ieri dal ministro Nordio anche per il suo ruolo di protagonista del dibattito sulla giustizia che voleva «orientare in senso garantista e liberale».
L'abuso d'ufficio
I riflettori sono puntati soprattutto sulla riforma dell'abuso d'ufficio, il tema su cui si è più discusso dentro e fuori dalla maggioranza.
Le intercettazioni
Altro tema caldo è quello delle intercettazioni. L'intervento previsto nel ddl costituisce solo un primo step ed è mirato alla tutela dei terzi estranei alle indagini. L'obiettivo è evitare che le loro conversazioni finiscano in atti di indagine destinati alla divulgazione. Sarà dunque il primo passaggio di una riforma più ampia. «In un tempo successivo faremo una radicale revisione del sistema delle intercettazioni che tuteli anche la correttezza delle indagini e combatta la strumentalizzazione che viene fatta con la diffusione pilotata» di intercettazioni «che dovrebbero rimanere segrete», ha spiegato a un question time il ministro. In prospettiva c'è dunque una stretta perché «non si possono spendere 200 milioni all'anno per intercettazioni che si rivelano nella maggioranza dei casi inutili».
La custodia cautelare
Sulla custodia cautelare invece si interviene in una duplice direzione: a decidere sulla richiesta avanzata dal pm dovrà essere un organo collegiale e non un solo giudice. E l'indagato prima della richiesta di carcere preventivo dovrà essere interrogato.
L'informazione di garanzia
Cambia anche l'informazione di garanzia per una maggiore tutela dell'indagato perchè, come ha spiegato Nordio, nel momento in cui una persona riceve l'avviso «e il suo nome esce sui giornali, la condanna è già anticipata». Dall'opposizione Azione invita il ministro a tenere il punto sulla riforma: «Se lo farà, noi ci saremo», assicura Enrico Costa.