Renzi: «Premier solo per due anni. Col no alle riforme la Ue non ci fila più»

Domenica 12 Giugno 2016 di Mario Stanganelli
Renzi: «Premier solo per due anni. Col no alle riforme la Ue non ci fila più»

ROMA «Se uno mi dice che voglio governare l'Italia per 15 anni lo querelo». A dirlo è Matteo Renzi confrontandosi con Eugenio Scalfari sul palco della Repubblica delle idee, aggiungendo di essere pronto a firmare «una qualsiasi proposta di legge che limiti a due mandati» un premier a palazzo Chigi. «Con tutto il rispetto di quello che pensava Andreotti, chiunque governi si logora e non si può governare tutta la vita», dice ancora il presidente del Consiglio misurando la distanza che lo separa dal fondatore di Repubblica soprattutto sulla nuova legge elettorale.

LEGGE ELETTORALE
«Non sono innamorato dell'Italicum e avrei preferito il Matterellum - afferma - ma una legge elettorale si fa con le maggioranze che si trovano. E noi possiamo dire di aver vinto facendo passare il ballottaggio, che è un modello fantastico, vicino a quello francese, che consente dopo il voto di avere un vincitore certo. E' questo il suo punto di forza». Quanto ai deputati nominati nelle liste bloccate, Renzi sottolinea che sui 340 deputati ottenuti col premio di maggioranza solo un centinaio sarebbero scelti dalla segreteria del partito vincitore e il resto verrebbe dalle preferenze espresse dagli elettori.

Comunque, il premier pone su due piani diversi la riforma costituzionale e l'Italicum: «La riforma è destinata a durare 30 anni, una legge elettorale molto meno». E ammette che sul tema della riforma «forse tutti abbiamo alzato troppo i toni, io per primo. Riportare la discussione sul merito sarà meglio. Ma se sei stato chiamato dal presidente Napolitano a fare le riforme ci devi provare. E se vanno male, come minimo devi andare a casa». Di qui la riconferma del proposito che se a ottobre vincerà il no, sarà la fine della sua esperienza politica. Naturalmente con il corollario che «se passa il no l'Italia diventerà ingovernabile, si tornerà agli inciuci, alle larghe intese. E, con le riforme bloccate, in Europa non ci filerà più nessuno».

E proprio sull'autorevolezza nei confronti dell'Europa di un'Italia che ha fatto i conti con se stessa, si fonda parte del discorso del premier: «Quando due anni fa a Ypres chiesi di inserire la parola flessibilità nel documento del Consiglio Europeo ero solo come un cane. Era un'eresia, un insulto. Ma ebbi ragione a sostenere quella posizione. E oggi, nei sei mesi che vanno dal bilaterale di agosto a Maranello con la Germania al G7 di marzoche si terrà in Sicilia, lavoreremo al cambio del paradigma dell'austerity. Useremo questo tempo per far uscire la Germania dall'ideologia del rigore. Ci giocheremo il sorpasso su un modello sbagliato come quello dell'austerity».

Ma l'Italia ha, come altri Paesi, un problema con movimenti e partiti anti-europei e populisti? «Sì, una parte dei populisti vuole scassare Bruxelles ma anche per colpa di quanto l'Europa non funziona. Oggi ci sono Paesi che si permettono di dare lezioni di morale a noi su accoglienza e immigrazione ignorando che i valori italiani sono quelli che se c'è una mamma e un bambino che affogano, noi dobbiamo andare a salvarli e dare loro un futuro. Il populismo è anche non avere valori, non avere ideali». Di qui la polemica contro la Lega: «Aiutare i migranti a casa loro significa fare cooperazione e investimenti in Africa. Io sono il primo premier italiano andato nei Paesi sub-sahariani e non per portare diamanti in Tanzania. Salvini si vergogni dei suoi predecessori nel Carroccio».

Anche Grillo entra nel mirino di Renzi, ma non perché lo tema come un possibile concorrente in un eventuale ballottaggio da Italicum. Secondo il leader del Pd, infatti, al ballottaggio ci andrebbero Pd e centrodestra. E quanto al ballottaggio che si terrà a Roma domenica prossima, «sarà- afferma Renzi - un problema dei romani. Il governo sarà molto leale con chiunque vinca a Roma. Ma se decideranno di far vincere chi dice no a tutto, all'Europa, alle Olimpiadi, alla nuova linea del metro, che ci posso fare? E' un problema che riguarda i romani e i prossimi anni del futuro di questa città».

Mentre su un altro problema il governo intende metterci la faccia. E Renzi lo ha detto ieri mattina nel corso di una visita in Campania. E' quello della terra dei fuochi: «Al massimo in tre anni cancelleremo la vergogna delle ecoballe di rifiuti depositate da anni tra le province di Napoli e Caserta».

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 13:30

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