Il premier Renzi attacca gli «sciacalli»
che lucrano su indagini sulla Expo

Sabato 10 Maggio 2014
Il premier Renzi attacca gli «sciacalli» che lucrano su indagini sulla Expo
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​ROMA - Che sia l'astensionismo la vera incognita delle prossime europee Matteo Renzi e Giorgio Napolitano lo sanno bene. Per questo da Firenze, dove insieme vanno a parlare d'Europa nel giorno in cui scatta la consegna del silenzio sui sondaggi, giocano di sponda. E se il premier mette in guardia da un astensionismo che «rischia di toccare punti record» (ma anche contro gli «sciacalli che vogliono lucrare mezzo punto in più» sulle indagini per l'Expo), il Capo dello Stato chiede agli italiani di non lasciar prevalere scetticismo e disincanto, dopo gli arresti collegati all'Esposizione internazionale del 2015 e le manette dell'Antimafia per un ex ministro dell'Interno.



VICENDE INTERNE

«Credo che la risposta più sbagliata sia quella dell'astensionismo e di un voto di rigetto dell'Europa. Di astensionismo le elezioni europee hanno sempre sofferto, ma qualsiasi previsione catastrofica o azzardata non mi convince», gioca la carta dell'ottimismo il Presidente della Repubblica, invitando a «non tirare in ballo le europee su vicende che sono strettamente italiane». Anzi «più i partiti diventano europei più possono superare le strettoie e le degenerazioni della politica nazionale». Anche il premier Matteo Renzi sprona a non disertare il voto. «Alle persone che stanno voltando le spalle all'Europa dobbiamo offrire un'idea di Europa che corrisponda ad un'idea ricca di significato», dice sapendo tuttavia che tra due settimane ci sarà un doppio derby tra europeisti ed anti-europeisti, ma anche su fautori e detrattori del suo governo. Ma a parole Renzi nega che sia così: «Non lo è, e un pò mi dispiace. Mi sarebbe piaciuto che questo voto fosse stato un referendum sulle cose che ho fatto. Ma non è un voto per dare una legittimità costituzionale».



I SONDAGGI

Tuttavia stando ai sondaggi di ieri - gli ultimi visibili in chiaro prima del voto - il suo referendum, Matteo Renzi lo vince. Tre istituti lo danno saldamente in testa: al 32,8 Demos e al 33,8 Demetra ed Ipsos. Ben staccato, di dieci punti circa, il M5s di Beppe Grillo: al 22 secondo Diamanti, al 22,2 per D'Alimonte e al 23 per Pagnoncelli. Ma il dato registrato da tutti e tre i sondaggisti - che mettono Forza Italia al terzo posto (tra il 19,5 ed il 17,5) - è la forte instabilità del quadro, a causa dei tanti che non andranno a votare o che ancora non sanno per chi farlo. Dato il modesto interesse suscitato dal voto europeo, indecisi e astenuti faranno la differenza: un esercito stimato da Ipsos intorno al 43,7% degli elettori, che può cambiare la situazione e rovesciare i rapporti di forza. Se ad oggi infatti l'azione riformista del governo Renzi sembra promossa dai sondaggi (il Pd conquista circa 8 punti rispetto alle politiche del 2013, dove aveva il 25,4%), vista l'apparente incapacità di Fi di coalizzare l'area moderata è Beppe Grillo il potenziale beneficiario del voto anti-sistema, assai probabile dopo le ultime notizie di cronaca giudiziaria. Il testa a testa Renzi-Grillo, oggi non plausibile, rischia perciò di riproporsi.
Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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