Governo, voci di liti e dimissioni ma Letta: voglio il bis

Giovedì 6 Febbraio 2014 di Alberto Gentili
Governo, voci di liti e dimissioni ma Letta: voglio il bis
Enrico Letta viene descritto disgustato e amareggiato. Dopo la trasferta negli Emirati il ritorno a Roma stato tra i peggiori.



Con la minoranza del Pd che spinge per Matteo Renzi a palazzo Chigi, in modo da poter riprendere il timone del partito. Con gli alleati di governo, dal Nuovo centrodestra a Scelta civica, che pur di scongiurare le elezioni e sognare di fissare il voto nel lontano 2018, sono pronti a incoronare il segretario democratico. Tant’è, che per tutta la giornata si sono rincorse le voci di un Letta tentato dalle dimissioni. Voci categoricamente smentite dal suo staff: «Sarebbe assurdo un passo indietro proprio adesso, proprio quando Enrico ha ottenuto all’estero risultati importantissimi».



Eppure, Letta non scarta l’ipotesi del passo indietro: stare al governo ha senso solo se è messo nelle condizioni di agire, se è costretto al nel pantano, meglio mollare.



IL TRADIMENTO

Il premier, che ha incontrato i capigruppo della maggioranza e ha visto a pranzo Dario Franceschini e Alfano, si sente tradito. Tradito da Renzi che - in barba alle smentite - comincia a valutare seriamente l’ipotesi di sbarcare a palazzo Chigi per un governo di legislatura e di riforme. Tradito dalla minoranza del suo partito, accecata dal miraggio di rimettere le mani sul Nazareno. Tradito dallo stesso Alfano e dagli altri alleati, pronti a tutto per di avere il tempo necessario per costruire i loro partiti.



Anche dal Colle non arrivano notizie del tutto rassicuranti. Giorgio Napolitano, nonostante il comunicato in cui apprezza «la continuità e i risultati dell’azione del governo», non sarebbe pregiudizialmente ostile a un governo Renzi. Soprattutto se fosse l’unica opzione per realizzare le riforme attese da un ventennio e per scongiurasse le elezioni anticipate. «Il capo dello Stato non tifa per Matteo a palazzo Chigi», dice un alto esponente renziano, «ma non è neppure contrario a priori. Tutto dipende dalle pressioni dei partiti e dalla prospettiva di realizzare le riforme. Renzi? Riflette, alla fine potrebbe accettare di formare il governo. Ma non potrebbe farlo contro Letta: mica possiamo sfiduciare Enrico in Parlamento...».



IL RILANCIO

Ed è forse per questo, per rendere più difficile la vita a Renzi, che ieri Letta ha ingoiato la tentazione di lasciare. Così fa sapere che lui «è il primo voler la verifica e il rilancio di governo». Così oggi, nella Direzione del Pd, chiederà a Renzi di mettere la faccia e la sua impronta sul governo «con un contributo di idee e uomini», accettando la nascita del Letta-bis. E’ questa, infatti, la soluzione cui ancora lavora il premier nonostante il clima di agguati e di imboscate. Ed è questo che ieri sera ha detto al telefono a Napolitano e in incontro «ruvido e franco» con Giorgio Squinzi, il capo degli industriali.



Letta sostiene che va bene aspettare il via libera della Camera alla riforma elettorale, ma subito dopo (a metà mese) vuole il rilancio. Il battesimo di un nuovo governo con esponenti renziani, in modo da mettere fine ai continui bombardamenti di Renzi e avere finalmente «un respiro ampio e forte fino al 2015». «E’ assurdo che il Pd, il maggiore partito, non fornisca idee e persone», ragiona Letta, «il governo deve essere messo nella condizione di operare bene. Dobbiamo uscire dalla palude» in cui l’ha cacciato Renzi. Se così non sarà, meglio lasciare, mettendo in chiaro le responsabilità del sindaco di Firenze.



Ultimo aggiornamento: 09:03

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