Elisa Claps, 30 anni dalla scomparsa del 1993. Domani la messa nella chiesa in cui fu ritrovata morta

«Mi auguro che la comunità di Potenza risponda con il coraggio di non entrare in quella chiesa», aveva dichiarato il fratello Gildo Claps dopo la riapertura al culto della parrocchia

Lunedì 11 Settembre 2023
Elisa Claps, 30 anni esatti dalla scomparsa del 12 settembre 1993. Domani la messa nella chiesa in cui fu ritrovata morta

Trent'anni esatti dalla scomparsa e dalla morte di Elisa Claps, la 16enne di cui si persero le tracce il 12 settembre 1993 e che solo nel 2010 - ben 17 anni dopo - fu ritrovata nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza.

Ed è proprio in quella chiesa che domani verrà celebrata la messa per ricordare la giovane, per la quale anche le bandiere dei palazzi del Comune di Potenza resteranno abbassate a mezz'asta.

La Chiesa del delitto, riaperta poche settimane fa tra le polemiche della famiglia

La chiesa in cui fu ritrovato il corpo di Elisa Claps è rimasta chiusa per quasi tredici anni, prima di essere riaperta al culto appena lo scorso 24 agosto. Una decisione che non ha incontrato il favore della famiglia della vittima: «Hanno agito furtivamente, come dei ladri: non sono sorpreso perché sono stati ladri di verità per trent’anni. Mi auguro che la comunità di Potenza risponda con il coraggio di non entrare in quella chiesa», aveva dichiarato in quell'occasione Gildo Claps, fratello di Elisa.

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Il ritrovamento 

La parrocchia della Santissima Trinità si affaccia su via Pretoria, la strada principale di Potenza. I resti di Elisa Claps vi furono ritrovati per caso da alcuni operai impegnati nei lavori di ristrutturazione della chiesa. Per l’omicidio è stato condannato a trent’anni di carcere Danilo Restivo, un giovane che frequentava la parrocchia e che conosceva molto bene Elisa: il giorno della scomparsa Restivo le aveva dato appuntamento proprio davanti alla chiesa. Frammenti del suo dna furono ritrovato sul maglione della ragazza, la quale secondo quanto accertato dalla perizia medico-legale, fu uccisa da tredici colpi sferrati con un oggetto affilato - un coltellino, o forse un taglierino - in seguito a un tentativo di approccio sessuale rifiutato.

La sentenza di condanna nei confronti di Restivo è stata confermata dalla Cassazione nel 2014, che ha riconosciuto le aggravanti della violenza sessuale e dei futili motivi.

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