Evaso da Poggioreale, una fuga alla Prison Break: «Ha studiato tutto a lungo». Continua la caccia all'uomo

Lunedì 26 Agosto 2019
Evaso da Poggioreale, una fuga alla Prison Break: «Ha studiato tutto a lungo». Continua la caccia all'uomo

Una fuga studiata a lungo, la prima nella storia del carcere di Poggioreale, un piano alla Prison Break, il telefilm in cui un ingegnere si faceva rinchiudere in una prigione di massima sicurezza per liberare il fratello detenuto nel braccio della morte. L'evasione di Robert Lisowski, 32enne polacco, dal carcere napoletano fa ormai parlare da un paio di giorni: secondo Aldo Di Giacomo, segretario nazionale del SPP, il Sindacato Polizia Penitenziaria, è stato un piano ben ingegnato.

La clamorosa fuga dal carcere napoletano

«Deve aver studiato a lungo, a tavolino, gli orari di servizio, i turni e ha approfittato degli spazi e della mancanza di controllo per calarsi con la fune di lenzuola che aveva realizzato», ha detto Di Giacomo: il detenuto ieri è riuscito a evadere calandosi con una fune di lenzuola dal muro di cinta. Di Giacomo ha parlato all'esterno del carcere in una conferenza stampa. Deve esserci stata «una mega falla», a suo avviso, nel sistema di controllo, che non riguarda «che non si verifica solo qui, ma in molte carceri perché l'assenza di sentinelle e sistemi elettronici di controllo che non funzionano sono un problema generale».



Tiene a precisare che non sta asserendo «che nel carcere di Poggioreale non funzionino le telecamere di sorveglianza» o gli allarmi, ma se «il detenuto è evaso e l'allarme non è suonato» quando è salito sul muro di cinta «devo presupporre che almeno in quel momento non stesse funzionando». Di Giacomo esclude che il detenuto, nel preparare la fuga, abbia avuto complici. «È da escludere che ci fossero complici interni - spiega - il detenuto ha studiato gli orari, quanti agenti ci sono, i loro turni». La corda, realizzata con le lenzuola, «deve averla preparata altrove e lasciata in un posto diverso» perché «era talmente grande che era impossibile nasconderla».

CACCIA ALL'UOMO Forze dell'ordine intanto sono al lavoro per stanare Robert Lisowski, il polacco di 32 anni evaso ieri dal carcere napoletano di Poggioreale dov'era recluso con l'accusa di omicidio. Lisowski è riuscito a scappare dall' istituto penale partenopeo con una corda fatta di lenzuola, usata per scavalcare l'alto muro che circonda la casa circondariale partenopea. L'uomo era in carcere con l'accusa di avere assassinato, nel 2018, un ucraino nel 2018, al culmine di una lite scoppiata in un locale frequentato da cittadini dell'Est europeo poi proseguita in strada. La Questura di Napoli ha diffuso ieri la foto segnaletica dell'evaso nelle cui ricerche, a tappeto, sono impegnate tutte le forze di polizia. Sotto particolare monitoraggio gli scali ferroviari e le stazioni del bus. 

LA DENUNCIA DEL CAPPELLANO
«È scappato un detenuto da Poggioreale: embè? Perché stupirsi davanti a un'evasione dal carcere, è la cosa più naturale che possa accadere. Quello che è innaturale è tenere rinchiuse delle persone in una situazione disumana e degradante». Lo scrive su Facebook don Franco Esposito, cappellano del carcere di Poggioreale dal quale ieri è evaso il 32enne polacco Robert Lisowski.



«Con questo - aggiunge - non sto assolutamente giustificando l'evasione di un pericoloso criminale, questo almeno secondo gli organi di informazione, ma vorrei spostare l'attenzione sul fatto che carceri come quello di Poggioreale non hanno certamente i requisiti per essere rieducativi e non servono certo al reinserimento della persona detenuta nel tessuto sociale. Allora mi domando se il carcere non è questo, qual è il suo compito a cosa serve? Eppure il compito che la costituzione dà a questa istituzione è quello di far sì che attraverso la pena il detenuto raggiunga una sua maturità sociale prendendo coscienza del male compiuto e iniziando una vita legale nel rispetto delle regole. Quindi se un carcere non riesce a fare quello che la costituzione gli affida diventa una struttura anticostituzionale e quindi fuorilegge».

Don Franco Esposito sottolinea come «ora tutti si meravigliano che da Poggioreale sia scappato un detenuto.

Tutti sono pronti a cercare un colpevole, o meglio a scaricare la colpa su un capro espiatorio. Io mi meraviglio non per uno che scappa ma per l'ottanta per cento che dopo aver finito la pena in carcere ritorna a commettere reati e quindi vi rientra. Il carcere ha fallito, il carcere non risponde alla giusta domanda di sicurezza che i cittadini vogliono dalle istituzioni. Fino a quando i nostri politici non prenderanno atto di questa elementare verità fino a quando le pene saranno pagate solo col carcere, credo che non ci sia niente da meravigliarsi , nemmeno di un evasione rocambolesca, alla Vidoc, come quella di Poggioreale».

Ultimo aggiornamento: 15:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA