A una settimana dalla scomparsa, si allarga il campo delle ricerche di Tommaso Di Battista, 72 anni, di Lanciano.
Su disposizione della Prefettura di Chieti, sono stati attivati dalla sala operativa della Protezione civile Abruzzo e gruppi di volontari che collaborano con carabinieri e vigili del fuoco. Questi ultimi, da giorni hanno allestito una postazione fissa nei pressi delle abitazioni dei Di Battista dalla quale coordinano le squadre a terra, comprese le unità cinofile, e dall'alto i droni. Ogni passaggio e luogo ispezionato viene segnalato con gps e riportato sulle mappe. L'estensione delle ricerche è stata decisa dopo che, sabato, Rizzacorno e le località limitrofe sono state di nuove passate minuziosamente al setaccio. Controllate case abbandonate, alcune zone boschive, pozzi e canali. È stato impiegato anche un elicottero dei vigili del fuoco di Pescara. Dello scomparso, però, nessuna traccia. Le uniche trovate da chi ha battuto campi e sentieri sono quelle che confermano la presenza di cinghiali e di lupi, che da tempo frequentano quei luoghi, come confermano i contadini.
Ieri, si è controllata anche l'area dell'oasi Wwf di Serranelle, che segna il confine tra Casoli, Altino e Sant'Eusanio del Sangro, nella quale sono presenti corsi d'acqua e stagni. Una ricerca a vasto raggio, che trova motivo dalla mancanza di tracce lasciate dal Di Battista al momento della sparizione, tra sabato 12 e domenica 13 agosto. I cani molecolari, infatti, non hanno saputo indicare l'eventuale direzione presa dall'ex dipendente della Sevel. Hanno fiutato il suo odore dalla casa in cui vive, ma poi si sono arrestati a pochi metri di distanza. Di Battista è andato via davvero o è ancora a Rizzacorno? E precisamente dove? Ovviamente, tutto ciò complica le ricerche.