«Te la ricordi questa strada? Vuoi vedere che ti faccio peggio dell’altra volta? Hai rovinato tutto.
Caterina, di Bastia, quel 5 dicembre 2019 ha sconvolto il mondo dei social con la testimonianza della brutalità subita. Ma poco più di un anno dopo l’autore di quella brutalità, Daniele Polzoni, è stato condannato a undici anni di carcere e 35mila euro di risarcimento. Il tribunale ha così accolto le richieste del pubblico ministero, Gemma Miliani, che lo ha accusato di sequestro di persona, lesioni aggravate, minacce e violenza sessuale.
LA STORIA
Quelle ferite e quei lividi pubblicati sui social rappresentano l’ultima puntata di una relazione fatta di violenza: «Così mi ha ridotto, divertendosi» scriverà qualche ora dopo Caterina su Facebook a corredo di quelle foto. L’ultima puntata racconta delle botte in auto, delle urla della ragazza dei carabinieri che vanno due volte sul luogo dell’allarme e alla fine riescono a trovare e soccorrere la giovane che trova rifugio in ospedale.
Pochi giorni dopo, l’uomo era finito agli arresti domiciliari dopo aver cagionato alla sua fidanzata un «perdurante e grave» stato di paura ingenerandole un «fondato timore» per la sua incolumità. Non “solo” calci e pugni dal momento che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori e dal magistrato, Polzoni avrebbe messo in campo tutte le Il trentenne avrebbe limitato poi la giovane nelle frequentazioni dei suoi amici. Non solo. Secondo i carabinieri avrebbe anche privato la giovane della libertà, chiudendola dentro casa e impedendole, di fatto, di poter uscire dalla sua abitazione. Avrebbe poi operato - sempre in base all’accusa - un «costante» monitoraggio dei social network della fidanzata. Lei ha avuto il coraggio di raccontare tutto prima sui social e poi ai carabinieri che l’hanno liberata dall’incubo. Che adesso è definitivamente finito.