Er Brasile, non paga il conto al bar e aggredisce gli agenti: l'influencer condannato ai servizi sociali

Sotto processo per oltraggio e resistenza, ha evitato la condanna grazie alla messa alla prova che gli è stata concessa

Lunedì 3 Aprile 2023 di Federica Pozzi
Er Brasile, non paga il conto al bar e aggredisce gli agenti: l'influencer condannato ai servizi sociali

«Voi non sapete chi sono io, vi ammazzo m... mi fate schifo». Sono solo alcune delle frasi pronunciate dal noto influencer, conosciuto ai più come “Er Brasile”, nei confronti di tre agenti di polizia che tentavano di identificarlo. Massimiliano Minnocci, 44 anni, che spopola sui social network tra i più giovani, ha preferito direttamente la messa alla prova a una nuova condanna.

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E adesso che l’istanza del suo avvocato, Alessandro Marcucci, è stata accolta, è in attesa del programma da seguire.

L’accusa per la quale è finito di nuovo a processo è di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. 


LA VICENDA
L’episodio è avvenuto nell’agosto 2018, Minnocci si trovava in un bar di via dei Monti Tiburtini e, dopo aver consumato diverse bevande alcoliche, era uscito da locale senza pagare. Gli agenti, che si erano presentati per identificarlo, erano stati insultati e minacciati, sia quando erano intervenuti sia quando avevano deciso di portare al comando “Er Brasile”. Ad alta voce, per farsi sentire da tutti, gli aveva intimato: «A pezzi de m..., io non ve do un c..., ve ammazzo ve imparo a campà, ora me ne vado a fa ‘na birra e poi ne riparlamo». Poi le minacce sono continuate anche al comando: «Sto qua che c.. volete, questa è zona mia, scrivi sul tuo c... di computer e vedi chi so così capisci». E ancora: «Io so bandito e a voi ve schifo, ve ammazzo, merde me fate schifo, ve spacco, ve faccio sentì come ce se sente a svegliasse dopo na’ scarica de cazzotti dopo 20 giorni». 


GLI ALTRI PROCESSI
Culturista, tatuatore, ultras della Roma e influencer, con oltre 260 mila follower su Instagram, Minnocci non ha mai nascosto le sue simpatie per l’estrema destra. Ed è proprio qualche mese dopo, nell’ottobre 2018, che gli insulti e la resistenza agli agenti da parte de “Er Brasile” si è ripetuta, nel quartiere di Pietralata, in occasione di una manifestazione di CasaPound contro l’immigrazione incontrollata. Per quel fatto l’influencer è stato condannato a 5 mesi, con pena sospesa, sempre per resistenza a pubblico ufficiale. Ma, a differenza di quanto accaduto nel mese di agosto dello stesso anno, quella volta in diverse dirette su Instagram aveva raccontato tutto con tanto di video diffusi sul web nel quale si vede “Er Brasile”, alterato, a petto nudo e con le mani insanguinate, mentre minaccia un dirigente della Questura di Roma. «Me te magno a mozzichi» lo si sente gridare nel video. Non solo, una volta accompagnato al commissariato Sant’Ippolito ha peggiorato la sua situazione rompendo un computer e dando una testata ad una porta a vetri, ferendosi al volto. Anche la foto di lui con il viso insanguinato era stata postata sui social per denunciare, come lui stesso affermava, il trattamento inumano che gli era stato riservato. E così, oltre alle accuse di resistenza a pubblico ufficiale, aveva dovuto rispondere anche di oltraggio e danneggiamento ai beni dello Stato. Ma non ha imparato la lezione neanche quella volta. 


A PONZA
A luglio 2021 la storia si è ripetuta a Ponza, dove dopo aver infastidito i presenti e tentato di danneggiare alcune auto in sosta, sempre in stato di alterazione, ha minacciato i carabinieri e colpito con un pugno al volto uno dei militari intervenuti a seguito delle chiamate dei residenti. Ha poi tentato di scappare ma è stato fermato. Una volta immobilizzato e ammanettato gli è stato ritrovato addosso uno sfollagente telescopico. 
Er Brasile è ancora in attesa di giudizio per le accuse di violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale che intanto gli sono costate un foglio di via obbligatorio con divieto di avvicinamento a Ponza per tre anni. Anche in questo caso non è mancato il commento sui social da parte del diretto interessato che, sul suo profilo Instagram, scriveva: «Mi limito soltanto a chiedere scusa al paese di Ponza e ai suoi abitanti. Devo dire una cosa molto sgradevole che mi è successa. Alla fine di tutto sono stato derubato in mezzo al caos di marsupio di Fendi, mascherina Louis Vuitton, occhiali RayBan e una discreta somma di denaro in contante. Le carte e i documenti le hanno rimesse nel marsupio Adidas».
 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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