È arrivato in caserma con la pistola ancora addosso. I carabinieri l'hanno perquisito e hanno trovato la calibro 22: non avrebbe potuto detenerla o portarla appresso. Da lì ha preso una strada precisa l'interrogatorio di Lukas Saba, 18 anni di Alghero, accusato di aver ucciso il coetaneo Alberto Melone, barista, ammazzato ieri sera dall'amico con cui era uscito per andare all'inaugurazione di un locale.
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Alle 3.30 Lukas Saba, difeso dall'avvocato Gabriele Satta, è stato arrestato e trasferito al carcere di Bancali. Al sostituto procuratore Mario Leo e agli investigatori ha detto che è stata una tragica fatalità: maneggiava l'arma ed è partito un colpo. Nella concitazione, tra vicini e tanti ragazzini accorsi in piazza, è stato impossibile stabilire chi ci fosse realmente in quella casa quando Alberto Melone è stato ucciso, perciò non sono ancora emersi i nomi degli altri presenti, né quanti fossero. Ieri notte altri due ragazzi sono stati ascoltati, ma per loro non c'è nessuna accusa. I carabinieri del comando provinciale di Sassari e della compagnia di Alghero lavorano per fare piena luce sulla vicenda. Saba è accusato di omicidio volontario: gli esami balistici degli esperti e l'autopsia del medico legale Francesco Serra, domani o lunedì, diranno se la versione dell'incidente regge.
Lunedì mattina l'udienza di convalida dell'arresto. Provati dalla tragedia, i genitori di Alberto Melone oggi hanno ricevuto la visita del sindaco Mario Bruno, che ha portato la vicinanza di tutta la città, e moltissimi amici e parenti. «Era un bravo ragazzo, se in passato aveva fatto qualche errore ora si era rimesso in riga», dicono Antonello Melone e Mariella Alivesi. «Mai ci saremmo aspettati una tragedia simile», aggiungono straziati dal dolore. «Oggi i ragazzi vivono una dimensione non del tutto alla portata dei genitori - dicono - vanno ascoltati, capiti e supportati, le famiglie non devono essere lasciate sole».