"Centro stupri", depositate due denunce contro ignoti: «Istigano alla violenza sulle donne»

Sabato 27 Giugno 2020 di R.U.
"Centro stupri", depositate due denunce contro ignoti: «Istigano alla violenza sulle donne»

Doppio esposto in Procura a Udine dopo il caso delle t-shirt e delle prenotazioni “Centro Stupri” accaduto lo scorso fine settimana tra Lignano e San Daniele del Friuli. A presentarli da un lato le Donne Democratiche del Fvg e dall’altro l’associazione “ZeroSuTre”, impegnata nell’assistenza alle donne vittime di maltrattamento e violenza. Esposti che andranno a sommarsi al fascicolo d’inchiesta già aperto contro ignoti da parte della magistratura friulana dopo la notizia di reato comunicata dalla Digos della Questura.

L’IPOTESI PREMEDITAZIONE 
«Sono molto gravi gli episodi accaduti pochi giorni fa» spiega la coordinatrice regionale della Conferenza permanente Donne democratiche Fvg, Cinzia Del Torre, in merito all’episodio che ha visto protagonisti un gruppo di giovani della provincia. «Confido - aggiunge - che le istituzioni preposte facciano piena luce sulla responsabilità dei singoli, sul contesto in cui sono maturati gli episodi e, in generale, sui pericoli per la sicurezza pubblica. Preoccupa in particolare la premeditata organizzazione dei fatti, coerente con una visione della realtà comune a tutti protagonisti. Ogni singola maglietta, riportante la scritta ‘Centro Stupri’, è stata personalizzata con un nome identificativo della persona del gruppo, quasi fosse la divisa di un club elitario. Poi la prenotazione dell’intera serata, oltre che la coerenza delle risposte rese attraverso i social media dagli uomini coinvolti, sono tutti aspetti che consentono di sospettare ci sia stata una vera e propria pianificazione».

«Preoccupa poi – conclude Del Torre - che questi recenti fatti siano stati preceduti da altri episodi di antisemitismo e odio razziale, che hanno avuto sempre come centro geografico proprio la zona di San Daniele e della ex Provincia di Udine».

«ISTIGAZIONE A DELINQUERE»
L’altra denuncia-querela contro ignoti per il reato di istigazione a delinquere per i fatti avvenuti tra le colline e la riviera friulana l’ha depositata l’associazione ZeroSuTre guidata da Rosy Toffano. Secondo l’associazione, il deposito della denuncia rientra tra gli atti doverosi da parte di chi da anni, tramite il proprio operato, ha avuto modo di verificare quanto il fenomeno della violenza contro le donne e dell’uso del linguaggio d’odio attraverso i social, sia «drammaticamente attuale», e di come le storie delle donne vittime siano «a dir poco sconvolgenti, più che mai nell’ambito di una società civile, il cui futuro è affidato alle nuove generazioni». Spetterà alla competente autorità giudiziaria, che già si è attivata, svolgere gli opportuni accertamenti e le necessarie valutazioni giuridiche. «Quel che è certo – aggiunge Toffano - è che non si possono derubricare a bravate o sottovalutare nella loro gravità fatti commessi da ragazzi maggiorenni che paiono, allo stato delle conoscenze, essere portatori di culture e ideologie fondate sul disprezzo delle donne e sulla discriminazione razziale, sino a giungere a esaltare lo stupro e i forni crematori». Per l’associazione «si rende dunque necessario un approfondito percorso giudiziale affinché sia chiarita la natura anche giuridica di tali comportamenti, non potendosi anteporre scorciatoie di alcun tipo a tale approfondimento».

Anche la Commissione regionale pari opportunità, tramite la presidente Dusolina Marcolin, fa sapere che, nell’esprimere ancora una volta sentimenti di condanna per quanto accaduto, condivide l’azione intrapresa da ZeroSuTre, associazione che quotidianamente affronta tematiche legate alla violenza in tutti i suoi aspetti e auspica opportuni provvedimenti.

IL SINDACATO
«Fin dal primo momento ci siamo chiesti se valesse la pena di prendere una posizione, come sindacato, sulla brutta vicenda del centro stupri» commentano Francesco Buonopane, segretario provinciale Filcams-Cgil e Natalino Giacomini, segretario generale Cgil Udine. «Inizialmente avevamo pensato che non fosse il caso, anche nella speranza che l’eco di questo inqualificabile episodio potesse spegnersi, perché anche i pessimi esempi, si sa, possono trovare emulatori.

Se abbiamo cambiato idea è soprattutto per i messaggi di sdegno che ci arrivano da tanti iscritti. E il danno prodotto non è soltanto morale. A pagare le conseguenze di quanto è avvenuto, forse anche per corresponsabilità che andranno individuate da chi di dovere, c’è anche un’azienda, la discoteca dove le cosiddette “bravate” hanno raggiunto il loro culmine, e i suoi dipendenti, lavoratori e lavoratrici che rimarranno fermi due settimane pagando per colpe altrui».

Ultimo aggiornamento: 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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