Coronavirus, in centro stop ai mercati in Pescheria e a San Parisio

Sabato 14 Marzo 2020 di Paolo Calia
Coronavirus, in centro stop ai mercati in Pescheria e a San Parisio
TREVISO Non solo il mercato maggiore, quello del martedì e del sabato, cuore palpitante di piazzale Burchiellati e piazza del Grano, ma tutti i mercati. Il sindaco Mario Conte ha firmato un'ordinanza che sospende anche tutte le attività ambulanti in Pescheria e corte San Parisio. Sospende quindi i mercati di Santa Maria Maggiore; quello di San Liberale in piazza Unità d'Italia; quello di San Pelaio in piazza Costituzione; il mercato agricolo di Fiera al villaggio Gescal di via Da Milano; il mercato agricolo di Campagna Amica a Monigo in piazzale Olimpia e quello di Santa Maria del Rovere in via Ugo Bassi. Sospeso, infine, anche il mercatino dell'antiquariato di Borgo Cavour. Provvedimento che resterà in vigore fino al prossimo 3 aprile, salvo poter essere prorogato se fosse necessario o sospeso in anticipo. Tutto dipenderà da come si svilupperà il contagio di Coronvirus, incubo che ha azzerato la vita cittadina.

FERMEZZA
Il sindaco ha voluto dare un altro segnale, dopo le transenne all'ingresso della Restera e delle Mura: in questi giorni nessuna deroga. Bisogna restare a casa. «Prendetevi cura di vuoi stessi - invita - e per qualche tempo mettete da parte le vostre passioni. Ora sono molto più importanti altre cose». Restare senza il mercato del pesce e della verdura, vere e proprie attrazioni della Pescheria celebrate in decine di libri e migliaia di immagini, sarà uno choc per i trevigiani. Ma la terapia d'urto, fanno presente da Ca' Sugana, è più che necessaria nei giorni in cui è previsto il picco dei contagi.

LA POLEMICA
Il blocco ai mercati però alimenta la polemica dei venditori ambulanti specializzati in prodotti gastronomici: sono a tutti gli effetti venditori di alimenti, così come i negozi autorizzati a restare aperti. Ma non possono lavorare. Si fa portavoce delle loro difficoltà Sandro Taverna, membro della Consulta Sanità di Fratelli d'Italia: «Desidererei comprendere, o meglio se qualcuno mi sa spiegare il motivo per cui viene disatteso quanto chiaramente indicato all'art. 1 del D.P.C.M. dell'11/03/20 che recita testualmente: sono chiusi indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Allo stato attuale nella realtà territoriale che conosco, molte amministrazioni comunali non rispettano il citato disposto, vietando a questo tipo di operatori economici di poter svolgere la propria attività». Per Taverna e per la categoria in fermento è una contraddizione lasciare libero ingresso ai supermercati e vietare invece il commercio all'aperto: «Va tenuto presente che l'attività svolta nei supermercati avviene in ambienti chiusi ma soprattutto, ogni singolo cliente non ha come unico interlocutore l'addetto alla vendita che è tenuto al rispetto degli obblighi imposti, come l'utilizzo dei presidi di sicurezza e le distanze da rispettare, oltre che il divieto di assembramento norme che fa rispettare anche al cliente, come è già avvenuto sino ad oggi nel rispetto del precedente Decreto ministeriale. Ai malpensanti potrebbe sembrare che anche in questa occasione stiamo assistendo ad una forma di discriminazione tra grossi e piccoli commercianti, anche in funzione del fatto che ad oggi non esistono chiare forme di sostegno economico per questi nuclei famigliari che quotidianamente dipendono da ciò che incassano a fronte di enormi sacrifici. Non dobbiamo dimenticare che la loro sede fiscale non risiede in qualche paradiso, ma sono i nostri vicini di casa».
Ultimo aggiornamento: 15:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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