SANTA MARIA DI SALA - Cinque indagati per la morte di Marianna Marino, la trentanovenne di Veternigo che si è spenta improvvisamente sabato scorso, a distanza di pochi giorni dopo un intervento chirurgico in apparenza banale, per l'asportazione di una vite che le era stata applicata all'inizio di maggio, per porre rimedio ad una frattura alla tibia. La Procura ha aperto un'inchiesta iscrivendo sul registro degli indagati i nomi di cinque medici con l'ipotesi di omicidio colposo. Il pm Federica Baccaglini ha disposto ieri mattina l'autopsia, alla presenza dei difensori, gli avvocati Stefano Mirate e De Checchi, nonché del legale nominato dal marito della vittima, l'avvocato Antonio Cozza di Perugia, i quali hanno designato esperti di propria fiducia. Nel pomeriggio le prime risposte: la donna è morta per embolia polmonare. Ora serviranno gli esami istologici per sapere quando l'embolo è partito. Il magistrato vuole capire cosa è accaduto e se vi siano stati errori o inadempienze da parte dei sanitari che si sono occupati delle cure. I consulenti tecnici dovranno accertare anche se alla donna fossero state prescritte adeguate terapie per evitare il rischio di embolie dovute alla forzata immobilità, e se la paziente le abbia correttamente seguite.
CADUTA IN CASA
Tutto è iniziato da una caduta avvenuta in casa, lo scorso 30 aprile, a seguito della quale Marianna Marino fu ricoverata all'ospedale di Dolo e operata, il 2 maggio, per provvedere all'applicazione di una vite, necessaria alla riduzione di una frattura alla tibia. Intervento a seguito del quale non si verificò alcun problema, tant'è che il chirurgo che se n'è occupato non figura tra gli indagati. Nei giorni successivi la donna si recò periodicamente in ospedale per le medicazioni: il 3 e 4 giugno lamentò problemi al gambaletto di gesso, per questo sostituito; quindi il 6 giugno rientrò in ospedale per sottoporsi ad una seconda operazione per la rimozione della vite, dopo la quale ha fatto rientro a casa la sera stessa. Decorso post operatorio regolare, si legge nel certificato medico. L'8 giugno Marianna Marino si lamentò per il tutore troppo stretto e i familiari la aiutarono ad allentarlo: due giorni più tardi il decesso improvviso nella sua abitazione.
Ora spetterà all'inchiesta penale il compito di accertare se vi siano stati errori od omissioni colposo alla base del decesso.
Gianluca Amadori
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