VERONA - Dieci famiglie si sono rivolte alla Procura di Vicenza e Verona per accertare la presenza di responsabilità penali nel caso Pfas. Ad agire sono prevalentemente agricoltori che per anni hanno utilizzato i pozzi inquinati per bere e irrigare le loro culture.
I legali dello Studio 3A, a cui si sono rivolti i cittadini, hanno scritto a Miteni, chiedendo un incontro per fugare i (tanti) dubbi, ma l'azienda non avrebbe mai risposto. A sostenere le tesi dello studio è stata una notevole mole di documentazione che mira a evidenziare i rischi di esposizione all'inquinamento, con le conseguenti possibili patologie.
Nell'esposto si definiscono anche le preoccupazioni rivolte verso i clienti degli agricoltori, i quali erano inconsapevoli dei rischi al momento dell'acquisto. L'obiettivo è, oltre alla ricerca di maggior chiarezza, anche comprendere se vi siano fattispecie penalmente rilevanti e l'individuazione dei responsabili.
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