Rovigo. Firme false e di persone morte:
bufera su Lega, Udc e Forza Nuova

Sabato 20 Novembre 2010 di Cristina Fortunati
(archivio)
ROVIGO (20 novembre) - Firme false, inventate, addirittura di persone morte. Estremi dei documenti inesistenti. Sarebbero queste le irregolarit in alcune liste elettorali presentate alle ultime regionali, sulle quali sta indagando il sostituto procuratore di Rovigo Manuela Fasolato.



Nell’inchiesta, che dovrebbe essere vicina alla conclusione, sarebbero iscritte diverse persone, sembra una decina, con l’accusa di falso ideologico: esponenti politici, perlopiù amministratori pubblici che la legge autorizza come pubblici ufficiali all’autenticazione delle firme. Vi potrebbero essere anche altri politici, senza incarichi amministrativi, indagati “in concorso” per aver comunque raccolto e presentato quelle liste.



Al momento sembrerebbe che siano state trovate irregolarità negli elenchi associati ad alcune liste, tra cui quelle della Lega nord, di Forza nuova e dell’Udc. Come si diceva, si tratta perlopiù di indiscrezioni. Di certo si sa che il numero degli indagati sarebbe consistente e gli uomini della Digos, cui sono affidate le indagini, anche in questi giorni starebbero ascoltando diversi esponenti di partito. Tra le persone che sono state o che verranno sentite sembra che ci siano Antonello Contiero, segretario della Lega e consigliere provinciale, Michele Franchi, consigliere provinciale sempre del Carroccio, Michele Raisi, consigliere provinciale dell’Udc, oltre a un responsabile di Forza nuova.



Interpellati, gli interessati non rilasciano dichiarazioni né sul fatto di essere stati ascoltati dagli inquirenti, né sulla possibilità di essere indagati. D’altro canto il quadro, sicuramente più ampio, è ancora in movimento e sarebbero in corso ulteriori accertamenti per verificare le liste elettorali presentate dalle forze politiche per le regionali del marzo scorso. Il numero delle irregolarità riscontrate, decisamente cospicuo, ha convinto comunque il magistrato a disporre un controllo “a campione”.



La vicenda era emersa ancora nel marzo scorso, primo ancora del voto. In quell’occasione l’ufficio elettorale di Palazzo Nodari aveva segnalato alla Procura una decina di firme sospette relative ad almeno un paio di liste. All’epoca si era parlato dell’utilizzo del nominativo di una persona defunta che avrebbe firmato a sostegno di una delle due liste, o di elettori che avevano siglato a favore di un simbolo senza avere le caratteristiche previste dalla legge, come per esempio la residenza. Di fronte a queste anomalie l’ufficio elettorale, a raccolta firme ancora aperta, aveva spedito quelle sospette a Palazzo di giustizia. Da lì l’indagine che avrebbe portato ad allargare il quadro, anche con diverse tipologie di irregolarità.
Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA