Mail a favore della candidata di Zaia:
bufera sul vescovo nella città di Tosi

Venerdì 15 Maggio 2015
Il vescovo Giuseppe Zenti
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VERONA - Sta provocando polemiche a Verona la vicenda che riguarderebbe la "sponsorizzazione" da parte del vescovo, Giuseppe Zenti, di una candidata iscritta alla Lega, Monica Lavarini, inserita nella lista civica di Luca Zaia, candidato alla rielezione in Veneto.



Al centro del caso una mail che l'alto prelato avrebbe prima inviato, e poi "stoppato", chiedendo a 400 insegnanti di religione (tra cui molti parroci) di prendere in esame una riflessione del progetto culturale diocesano sul tema del sociale debole, cioè i poveri, e sulla scuola paritaria di ispirazione cristiana. Con una nota finale, come riporta il quotidiano l'Arena, Zenti avrebbe caldeggiato, in particolare, la candidatura di Lavarini per l'attenzione nel suo programma alla difesa delle famiglie in stato di difficoltà socioeconomica ed educativa.



L'imbarazzo per il clamore suscitato dalla questione, però, avrebbe spinto il vescovo a "stoppare" la mail chiedendo di non prenderla in considerazione, e ad annullare in tutta fretta, senza nessuna spiegazione, una conferenza stampa prevista per oggi in cui avrebbe dovuto chiarire la questione.



«Avevamo sempre sentito parlare di santini elettorali, ma qui si esagera»: Jacopo Berti, candidato alla presidenza della Regione Veneto per il Movimento 5 Stelle, commenta così la notizia. «Non sarà certo un santino in più, anche se pesante come quello del vescovo di Verona a cambiare gli equilibri. Tiriamo innanzi e lasciamo perdere queste pochezze, ma ci aspettavamo tutti qualcosa di più da una situazione del genere».



«Quanto accaduto nella Chiesa di Verona sembra non avere precedenti, almeno negli ultimi decenni - attacca Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle -. Un'indicazione netta precisa, da parte del vescovo Zenti, a sostegno di un tesserato leghista che milita nella lista civica di Zaia». Una iniziativa di indirizzamento dei voti cattolici che Businarolo reputa «quantomeno inopportuna» per quello «che dovrebbe essere un pastore d'anime». Paradossale poi, per la deputata, «l'indicazione per un candidato vicino alla Lega, partito che non si è certo distinto per l'attenzione al "sociale debole": quando il "sociale debole" arriva sui barconi, in fuga dalla guerra, l'unica priorità per quel partito è quella di rimandarlo al mittente, con buona pace delle indicazioni di Papa Francesco e di centinaia di parroci impiegati nell'accoglienza vera».
Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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