Mafia, smantellata cosca a Palermo: arrestato il boss Guido Spina con altre 16 persone

Mercoledì 18 Giugno 2014
Mafia, smantellata cosca a Palermo: arrestato il boss Guido Spina con altre 16 persone
Una vasta operazione antimafia, denominata in codice "Fiume", stata messa in atto a Palermo. Cento agenti della Dia hanno eseguito 17 ordinanze di custodia cautelare con le accuse di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione. Tra gli arrestati figura anche Guido Spina, indicato dagli investigatori come il capomafia dello Zen. L'operazione mira a disarticolare le cosche che operano nello storico mandamento di San Lorenzo e Tommaso Natale.



Numerosi arrestati gravitano nel quartiere Zen, uno dei più degradati alla periferia occidentale della città. In particolare Guido Spina, 49 anni, ritenuto il responsabile della famiglia mafiosa, è accusato di avere tirato le fila di un vasto traffico di stupefacenti nel quartiere e di avere ordinato numerose estorsioni sia nei confronti di esercizi commerciali sia ai danni degli abitanti dei cosiddetti padiglioni dello Zen.



Avrebbe gestito anche la "cassa" della famiglia mafiosa, provvedendo al mantenimento in carcere degli affiliati detenuti. La villa di Spina, sempre allo Zen, sarebbe stata una vera e propria roccaforte, dotata di sofisticati sistemi di sicurezza e trasformata in una sorta di "supermercato" della droga all'ingrosso e dettaglio. Una vera e propria catena di montaggio, sostengono gli inquirenti, in cui veniva impiegato tutto il nucleo familiare.




La droga arrivava dalla Calabria. Cocaina che veniva spacciata a fiumi allo Zen. Il traffico di droga era in mano a Guido Spina. L'uomo nella sua villa bunker ripeteva di essere stato investito direttamente dai capimafia di un tempo. Il mafioso nelle intercettazioni chiamava i boss i «cristiani buoni».



Spina sapeva come fare contenti i residenti dello Zen, nel quartiere periferico di Palermo nel corso di una festa a sue spese ha invitato il suo cantante preferito, il neomelodico Gianni Vezzosi. Il cantante, molto noto nei quartieri popolari palermitani, quella sera ha cantato ai boss: «O killer», la storia di un sicario di mafia, e «Lettera a papà», la giornata di un detenuto.




La cosca di Spina non si occupava solo dello spaccio di cocaina ma anche di imporre il pizzo ai commercianti, agli imprenditori e anche a chi occupava le case popolari nei padiglioni dello Zen: un «obolo» in cambio di acqua e pulizia. Spina, pluripregiudicato per droga e mafia, era agli arresti domiciliari per motivi di salute. Le microspie piazzate dagli uomini della Dia hanno però accertato che stava bene. Adesso Spina è in carcere al 416 bis.



Il direttore della Dia: «Lo Zen è la Scampia di Palermo». La maxi operazione antimafia della Dia di Palermo che all'alba di oggi ha portato all'arresto di diciassette persone nel quartiere Zen dimostra che «lo Zen è la Scampia di Palermo». Lo ha detto all'Adnkronos il direttore della Dia, Arturo De Felice commentando l'indagine. «Dagli arresti domiciliari, Spina - spiega De Felice - continuava imperterrito a gestire il traffico di droga godendo di una rete di complicità e che nel tempo aveva consolidato il suo prestigiò come capo della coasca dello Zen».



«Ci siamo armati di pazienza e siamo riusciti a ricostruire e fissare dei punti di riferimenti, ma soprattutto a seqestrare quantitativi di droga - dice De Felice - Questa operazione ha un valore sociale particolare che è quello di essere riusciti a penetrare in una roccaforte del soldalizio criminale».




Il Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo ha affermato che «È confortante che nel corso dell'operazione della Dia allo Zen di Palermo questa volta nonci sia stata la solta rivolta popolare, come è sempre accaduto. Qualche segno di speranza da questa operazione è arrivato... Sono piccoli segnali ma che lasciano sperare per il futuro. C'è stata una sorta di solidarietà silenziosa nei confronti delle forze dell'ordine e non la rivolta popolare».



«Tutti pagavano 5 euro a settimana di pizzo». Il Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi ha invece spiegato che «Tutti i commercianti di via Gino Zappa dello Zen di Palermo, dal barbiere al gommista, sono costretti a versare ai boss cinque euro a settimana. Una cifra molto modesta a cui difficilmente si può dire di no. Ma a Cosa nostra non interessa la quantità ma così dimostra il segno del dominio sul territorio. È la forza intimidatoria che conta, quindi non è la quantità del provento che interessa ma il segno del dominio sul territorio. Chiedere 5 euro signifca dominare il territorio con il terrore».
Ultimo aggiornamento: 14:34