L'avvocato moderato seduce Treviso
Per lo "Sceriffo" rimonta in salita/ Video

Martedì 28 Maggio 2013 di Paolo Calia
Giovanni Manildo e Matteo Renzi durante l'ultimo comizio elettorale in città
TREVISO - La notizia clamorosa che Giancarlo Gentilini in difficolt: il primo turno non lo vede pi in cima alle preferenze dei trevigiani, di quel 64% che ha scelto di votare. Il candidato pi votato al primo turno Giovanni Manildo, avvocato, moderato, capace di riunire sotto un'unica bandiera tutto il centrosinistra. Ha raccolto circa il 43% dei voti, lo Sceriffo invece si è fermato al 34. E la rimonta è tutta in salita.



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A Treviso si avverte la netta sensazione che la Lega inizi a pensare di poter perdere la sua roccaforte.
La partita però è solo all'inizio. Gentilini parla chiaro e tenta di motivare le sue truppe: «I comunisti hanno fatto il pieno al primo turno, ma al secondo la benzina finisce», annuncia. Come dire: Manildo ha preso tutto quello che poteva, mentre noi no.











E in effetti il panorama del centrodestra è frammentato: la coalizione Lega-Pdl raccoglie circa il 34%. Ma sempre nella stessa area pescano anche Massimo Zanetti (circa 10 %) e l'ex assessore Giuseppe Mauro attorno al 3. Volendo ci si potrebbe mettere anche Alessia Bellon di Indipendenza Veneta, con il suo 2%. Messi assieme potrebbe garantire allo Sceriffo un pacchetto di voti fondamentale per ribaltare le sorti di un'elezione che adesso pare saldamente nelle mani di Manildo, che gongola: «Abbiamo iniziato a portare quel cambiamento che la città vuole». Ma al ballottaggio vincerà chi riuscirà a portare al voto i tantissimi che hanno disertato, praticamente un trevigiano su quattro.



E le grandi trattative sono già cominciate. Zanetti annuncia la volontà di appoggiare lo Sceriffo al ballottaggio, Mauro dice che valuterà i programmi, la Bellon è pronta a sostenere chi lavorerà per l'Indipendenza. E Gentilini chiama a raccolta le truppe: «Chiedo a tutti i cittadini, anche quelli che non hanno votato per me, di fermare l'avanzata dei comunisti capeggiati da Manildo». Poi l'analisi spietata del voto: «È colpa del Pdl (circa 6% ndr) se i voti arrivati sono stati pochi - attacca - la Lega ha mantenuto la quota delle politiche e io sono stato più forte della Lega». E in effetti la Lista Gentilini si conferma il secondo partito della città con circa il 20%, dietro al Pd che invece è la prima forza con il 24%. La Lega invece langue attorno all'8%. Come escono con le ossa rotte i grillini, arrivti alle urne con in tasca il clamoroso 23% incassato alle elezioni politiche. L’effetto Grillo sembra essersi consumato: a Treviso il movimento è crollato al 6,97%.



Un appello all'unità del centrodestra lo fa anche Federico Caner, capogruppo in Regione: «Bisogna compattarsi, è necessario per non consegnare la città alla sinistra. Il Pdl non ha praticamente lavorato e quindi adesso è necessario che si rimbocchi le maniche. Loro si sono uniti, ma più di quello che hanno già preso non prenderanno». Poi critica anche la Lega: «Siamo in difficoltà, paghiamo ancora l'effetto Bossi, poi l'alleanza con il Pdl per la Lombardia che per noi veneti è stato un massacro e l'incapacità nello spiegare il nostro progetto politico. Alla fine la candidatura di Gentilini si è dimostrata una scelta più che valida, da solo vale il 20%, sono mancati il Pdl e anche la Lega. Apparentamenti ufficiali? Decideranno Gentilini e Tosi».




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Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA