Come si vota/ Dialogo tra un venditore di
informazioni e un elettore un po' confuso

Giovedì 25 Marzo 2010 di Marco M. Gasparin
Come si vota/ Dialogo tra un venditore di informazioni e un elettore un po' confuso
MESTRE (27 marzo) - Come tutti sanno, o per lo meno dopo un mese di campagna elettorale dovrebbero ormai sapere, domenica e luned si vota in mezza Italia per rinnovare molte amministrazioni regionali e alcune provinciali e comunali. Ecco un manuale sotto forma di dialogo, ad uso e consumo di quanti non abbiano ancora le idee del tutto chiare sui meccanismi di voto (per chiarire meglio il sistema di voto pubblichiamo anche un video). Un agevole vademecum in cui ci serviamo di un classico espediente - l'utilizzo dello schema domanda-risposta con un elettore tipo che chiameremo Votantonio - per meglio spiegare tutto quello che avreste voluto sapere sulle elezioni imminenti (ma non avete mai osato chiedere). Siamo naturalmente debitori agli speciali contenuti nel sito del consiglio regionale del Veneto e nel sito del ministero dell'Interno. Buona lettura.





Buongiorno signor Votantonio.



«Buongiorno a lei».



Cominciamo con un quesito facile facile: quando si vota?



«Questo lo so: si vota domenica 28 marzo, dalle 8 alle 22, e lunedì 29 marzo dalle 7 alle 15».



Sa anche quali amministrazioni vanno al rinnovo?



«Ehm... So che si vota per la Regione Veneto e altre regioni. So anche che andrà al voto Venezia. Se però vuole che entriamo nello specifico sarei un po' in difficoltà».



Allora le veniamo incontro noi: i prossimi 28 e 29 marzo si svolgeranno le elezioni del presidente e del consiglio regionale di 13 Regioni a statuto ordinario (Veneto, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria), del presidente e del consiglio provinciale di 4 province (Imperia, Viterbo, L’Aquila e Caserta), del sindaco e del consiglio comunale di 463 comuni (di cui 9 capoluoghi di provincia: Mantova, Lecco, Lodi, Venezia, Macerata, Chieti, Andria, Matera e Vibo Valentia) nonché di alcuni consigli circoscrizionali.



«Adesso le faccio io una domanda: sa dirmi in quali comuni del Veneto si andrà al voto?»



Un po' irrituale il suo intervento, visto che dovrei essere io a fare le domande, ma rispondo volentieri: nel Bellunese si vota a Borca di Cadore, Colle Santa Lucia, Gosaldo, Valle di Cadore, Vodo di Cadore e Zoppè di Cadore; nel Padovano a Bovolenta, Campodarsego, Castelbaldo, Due Carrare, Pernumia e Sant'Angelo di Piove di Sacco; a Villadose nel Rodigino; nel Trevigiano ad Arcade, Castelfranco Veneto, Spresiano e Vidor; nel Veneziano a Cavallino-Treporti, Dolo, Portogruaro, Torre di Mosto e - come detto - a Venezia; nel Veronese a Nogara, Palù, Trevenzuolo e Vigasio; infine, a Colle del Cengio, Lonigo, Malo e Posina nel Vicentino. Come sono andato?



«Bene, complimenti. Anche se a fare un copia-incolla dal sito del ministero dell'Interno ormai son capaci tutti».



Touché. Ma torniamo a lei: quando avverrà lo spoglio?



«Immagino lunedì pomeriggio, dopo la chiusura delle urne...»



La risposta è parzialmente corretta, perché dopo la chiusura della votazione e l'accertamento del numero dei votanti per tutte le consultazioni, lunedì sera si terranno solo le operazioni di scrutinio per le elezioni regionali.



«Ah. E le comunali?»



Per le elezioni comunali (e per le provinciali là dove si terranno), lo scrutinio avrà inizio alle ore 8 di martedì 30 marzo.



«Immagino che potranno esserci dei ballottaggi».



Ha ragione. Non è il caso delle consultazioni regionali, dove viene eletto subito presidente il candidato che raccoglie il maggior numero di preferenze, ma là dove non è prevista l'elezione diretta, nei comuni e nelle province, se qualcuno non ha ottenuto almeno il 50 per cento dei voti si tornerà a votare domenica 11 aprile, sempre dalle 8 alle 22, e lunedì 12 aprile, dalle 7 alle 15. In questo caso le operazioni di scrutinio avranno inizio nella stessa giornata di lunedì.



«Bene. Adesso posso andare?»



Ancora un po' di pazienza. Abbiamo assodato quando si vota, ora vediamo come. Cominciamo dalle regionali?



«Se permette vorrei stupirla: l’elettore - che si troverà di fronte ad una scheda verde - ha diverse possibilità. Ogni partito ha presentato una lista provinciale (salvo dove non sono state ammesse, si ricorda le polemiche di Roma, eh?) e ogni candidato presidente una lista regionale, che tutti chiamano "listino". Ecco, ogni elettore può:

1) votare per una delle liste provinciali, tracciando un segno nel relativo rettangolo. Il voto così espresso s’intenderà attribuito anche a favore della lista regionale collegata;

2) esprimere un voto disgiunto, cioè tracciare un segno nel rettangolo che contiene una delle liste provinciali ed un altro segno sul simbolo di una lista regionale, non collegata alla lista provinciale prescelta, oppure sul nome del suo capolista. In tal caso il voto è validamente espresso per la lista provinciale e per la lista regionale prescelte anche se non collegate fra di loro».



Sono francamente stupito. Basito, direi.



«Aspetti, non ho ancora finito. L'elettore può anche: 3) esprimere un unico voto per una delle liste regionali e per il suo capolista tracciando un segno sul simbolo di una lista regionale o sul nome del capolista, senza segnare nel contempo, alcun contrassegno di lista provinciale. In tal caso s’intenderà validamente votata la lista regionale ed il suo capolista, ma sarà esclusa ogni attribuzione di voto alla lista o alle liste provinciali collegate».



Ah, l'antica arte del copia-incolla...



«È la stampa, bellezza. Non dimentichiamo, inoltre, che in ogni caso l’elettore può esprimere un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere compreso nella lista provinciale prescelta, scrivendone nell’apposita riga tracciata sulla destra del contrassegno il nominativo (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e addirittura, dove occorra, data e luogo di nascita).



Molto bene. Vogliamo parlare delle elezioni provinciali adesso?



«Se lei è d'accordo io passerei a trattare direttamente le comunali, dato che a Nordest non sono previste provinciali. Il lettore salterebbe a pie' pari questa sezione».



Glielo concedo. Al limite possiamo rimandare gli interessati all'apposita sezione nel sito del Ministero. Veniamo dunque alle elezioni comunali. Saprà che c'è una distinzione tra i comuni con meno di 15.000 abitanti e quelli che ne hanno di più.



«Sì, lo so. La scheda in entrambi i casi è azzurra. Comincerei dai comuni con meno di 15.000 abitanti. Anche in questo caso l’elettore ha diverse possibilità per esprimere il proprio voto:

1) tracciare un solo segno di voto sul nominativo di un candidato alla carica di sindaco;

2) tracciare un solo segno di voto sul contrassegno di una delle liste di candidati alla carica di consigliere;

3) tracciare un segno di voto sia sul contrassegno prescelto che sul nominativo del candidato alla carica di sindaco collegato alla lista votata».



Non dimentichiamo che in tutti questi casi il voto s’intende attribuito sia in favore del candidato sindaco, sia in favore della lista ad esso collegata.



«Sì, ma se non mi lascia parlare mi fa perdere il filo... Dunque: L’elettore può altresì - e siamo al punto 4) - esprimere un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale compreso nella lista collegata al candidato alla carica di sindaco prescelto, scrivendone il nominativo - come abbiamo visto sopra solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e il nome e, dove occorra, data e luogo di nascita - nella riga stampata sotto il medesimo contrassegno. In questo modo il voto verrà attribuito oltre che al singolo candidato alla carica di consigliere comunale, anche alla lista cui lo stesso candidato appartiene, nonché al candidato alla carica di sindaco collegato alla lista stessa».



La sua preparazione sul tema è quasi sospetta. Non resta che vedere come si vota nei comuni con più di 15.000 abitanti...



«Mi faccia riflettere un attimo... Allora: l'elettore può votare:

1) per una delle liste, tracciando un segno sul relativo simbolo; il voto così espresso si intende attribuito anche al candidato sindaco collegato;

2) per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul rettangolo col suo nome e quindi non scegliendo alcuna lista collegata: il voto così espresso si intende attribuito solo al candidato alla carica di sindaco;

3) per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul rettangolo col suo nome, e per una delle liste collegate, tracciando un segno sul relativo simbolo: in questo caso il voto si intende attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista collegata».



Dimentica il voto disgiunto.



«Ah, già:

4) si può votare per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul rettangolo col nome, e per una lista non collegata, tracciando un segno sul relativo simbolo; il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista non collegata».



Anche in questo caso l'elettore potrà manifestare un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale, scrivendo, sull’apposita riga stampata sulla destra del simbolo di lista, il nominativo del candidato preferito appartenente alla lista prescelta.



«Se Dio vuole abbiamo finito. Metto le croci o faccio qualche altro segno e ho fatto il mio dovere...».



Nooo, lasci perdere altri segni: faccia la croce e basta e scriva i nomi in stampatello. Sa come sono permalosi e precisini presidenti di seggio e scrutatori: magari pensano a un segno di riconoscimento della scheda e le annullano il voto, così lei avrebbe fatto tutta questa fatica per nulla. Faccia soltanto una croce e scriva eventualmente il nome dei candidati consiglieri, si fidi di me.



«Vabbè, farò come lei mi dice, anche se questo significa comprimere la fantasia degli elettori e la loro libertà di espressione».



Non la faccia troppo grossa, signor Votantonio. Non dimentica niente?



«Non mi pare...»



E la tessera elettorale?



«Oh capperi. Senza non si può votare. Dove diavolo l'avrò lasciata?»



Provi a guardare nel mobile sotto la televisione: di solito è lì che si mettono. E quando andrà a votare porti con sè anche un documento di identità. Se non trova la tessera elettorale può comunque chiederne il duplicato agli uffici comunali, che resteranno aperti fino a sabato 27 marzo dalle 9 alle 19, mentre domenica 28 e lunedì 29 marzo, giorni della votazione, saranno aperti per tutta la durata delle operazioni di voto.




«Corro a casa a controllare. Sotto la tv ha detto?».
Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA