Belluno. Incendio devasta la montagna
feltrina: mancano soldi, Canadair a terra

Martedì 8 Febbraio 2011 di Daniele Mammani e Anna Valerio
Incendio sul monte San Mauro visto da Vignui
BELLUNO - Il San Mauro brucia ancora. E la mano che ha innescato le fiamme quasi sicuramente quella dell’uomo. Il monte che sovrasta la vallata feltrina, all'interno del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ancora avvolto dalle fiamme. Da domenica le Vette sono in una morsa rovente e, nonostante i lanci d’acqua effettuati da tre elicotteri e l’intervento di decine di forestali e vigili del fuoco, l’emergenza non sembra rientrare.



Le operazioni ieri sono state rese difficili dalla densa coltre di fumo tenuta sopra il rogo dalla bassa pressione. Gli elicotteri ieri hanno cominciato a sorvolare la zona solo dopo le 10. Alzarsi in volo per "innaffiare" le fiamme sarebbe stato molto pericoloso. La visibilità zero avrebbe messo in serio pericolo l’incolumità di piloti e motoristi. Era atteso anche l’intervento dei Canadair costretti però a terra dalla burocrazia. A tenere negli hangar anzichè nei cieli i provvidenziali velivoli il non ancora rinnovato contratto tra Stato e la società che gestisce gli aerei "anti-fiamme".



Intanto fino a ieri sera si stima siano andati in "fumo" oltre 150 ettari tra il San Mauro, monte Grave e Valle di San Martino. «La fauna superiore - spiega il direttore del Parco, Nino Martino - è ipotizzabile sia fuggita. Gli animali in letargo sono però stati sopraffatti dalle fiamme. La flora subirà un danno ingente in una zona dove si sono già verificati questi eventi». I vigili del fuoco hanno vegliato sugli abitati di Lasen e Arson perché l'incendio si era abbassato e grande attenzione è stata posta anche in Valle di San Martino dove i vigili hanno tenuto il terreno umido per arginare il fuoco. Il lavoro maggiore l'hanno fatto i tre elicotteri (due del Servizio forestale regionale e uno del Corpo forestale) che incessantemente hanno gettato acqua per fermare l'avanzata.



«La drammaticità dell'evento è la sua difficile controllabilità, perchè si propaga con molta velocità in una zona formata da balze rupestri che ne favoriscono l'avanzamento», spiega Cesare Lasen, abitante di Arson, ex presidente del Parco delle Dolomiti ed esperto in botanica. Le operazioni sono riprese oggi alle 7 e i forestali stanno tentando con alcune squadre a piedi l'avvicinamento all'incendio per verificare la situazione. Cosa finora impossibile per la caduta di sassi lungo i costoni.



«Sono in continuo contatto con il personale sul posto - ha detto il sindaco di Feltre Gianvittore Vaccari - ringrazio tutti per il grande impegno che stanno mettendo per risolvere la situazione». Sarebbero almeno un centinaio le persone che stanno lavorando a vario titolo per spegnere l'incendio, il terzo della storia dopo il 1976 e il 1990. Infine, il direttore del Parco ieri ha presentato in Procura a Belluno una denuncia per disastro colposo. Dietro il fuoco, insomma, c’è l’uomo.
Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA