Alberto: «Fare la guida alpina, un sogno»
Aldo, l'impegno per la sicurezza sui monti

Giovedì 1 Settembre 2011 di Raffaella Sarracino
Alberto Bonafede e Aldo Giustina
BELLUNO - Fare la guida alpina sempre stato il mio sogno. Adesso mi ritrovo qui in una zona tra le pi belle del mondo ad esercitare questa meravigliosa professione. Cos scriveva Alberto Bonafede, 43 anni, una delle due vittime della frana caduta dal monte Pelmo, sulla sua pagina web. La grande passione per la montagna aveva sempre fortemente orientato le sue scelte. Aveva iniziato a sciare e a scalare fin da piccolo, seguendo le orme del padre Marcello, guida alpina del Cai e rocciatore di fama. Molto presto era entrato a far parte del soccorso alpino e del gruppo Rocciatori Caprioli di San Vito e alla fine del 1995 aveva iniziato a frequentare il corso nazionale guide alpine divenendo poi membro direttivo del Cai di San Vito. Alberto aveva fatto parte del gruppo di soccorritori che, insieme agli operatori del Suem, il 22 agosto scorso avevano ritrovato il cadavere del frate polacco Alexander Kristof Kulczak, precipitato nel canalone Oppel sull’Antelao dopo un volo di 150 metri. Alberto si era distinto in quest’operazione per coraggio e maestria, malgrado i forti rischi dovuti alla presenza di neve ed alle elevate pendenze.



Alberto lavorava con il padre Marcello nell’azienda di elettricisti della famiglia. Sin da piccolo era soprannominato da tutti "magico". Sua sorella Stefania è sposata con Maurizio Galeazzi, responsabile del soccorso alpino di San Vito che, sopraffatto dagli eventi non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali, lasciando la scena al collega di Pieve di Cadore Marco Da Col. Alberto lascia la moglie Marta De Sandre, figlia di Vittore, l’ex sindaco di San Vito, un bambino di undici anni e una bambina di otto.



L’altra vittima, Aldo Giustina, 42 anni, aveva conseguito il patentino di soccorritore lo scorso anno ed era socio del Cai. Aldo lavorava come falegname nell’impresa artigiana che aveva costituito insieme al fratello Roberto. Era sposato e padre di un bambino di quattro anni e mezzo.



Una delle ultime operazioni di soccorso che hanno visto protagonista Aldo Giustina risale alla fine di giugno, quando insieme a cinque colleghi aveva recuperato la salma dell’imprenditore mestrino Renzo Mingardi da un crepaccio di sette metri nonostante gli ostacoli rappresentati dal forte vento e dall’acqua del nevaio soprastante.



Alberto Bonafede e Aldo Giustina avevano partecipato al progetto "Montagnamica e sicura", organizzata dal Cai, soccorso alpino e guide alpine e presentato ad inizio luglio a Cortina, per promuovere la cultura della sicurezza in montagna.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA