Turchia, le "purghe" di Erdogan nei ministeri: quasi 9mila epurazioni, si valuta pena di morte

Lunedì 18 Luglio 2016
Gli arrestati denudati dentro la palestra
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Ancora tensioni nella capitale turca. Un uomo in uniforme militare è stato ucciso dalla polizia turca dopo che aveva aperto il fuoco nei pressi del tribunale di Ankara. Dopo militari e giudici, le purghe per il golpe fallito in Turchia coinvolgono la polizia e non solo. Le autorità turche hanno sospeso 30 prefetti su 81. In totale, i dipendenti del ministero dell'Interno sollevati dai loro incarichi sono 8.777, di cui - oltre ai prefetti - 7.899 poliziotti, 614 gendarmi e 47 governatori di distretti provinciali.
 

 

Ma le purghe toccano anche dipendenti pubblici non direttamente legati alla sicurezza. Oltre alle quasi 12 mila persone già sospese da polizia e magistratura, circa 1.500 dipendenti sono stati sollevati dai loro incarichi dal ministero delle Finanze. In questo clima di tensione, Ue e Usa chiedono che la Turchia "rispetti la democrazia, le libertà fondamentali e lo stato di diritto" nella risposta al tentativo di golpe. 

In Turchia si sono verificati "episodi rivoltanti di giustizia arbitraria e di vendetta" nei confronti di soldati sospettati di aver partecipato al tentato golpe. Lo ha detto il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel. "Abbiamo visto nelle prime ore dopo il fallimento del golpe - ha spiegato Steffen Seibert alla conferenza stampa di governo - scene raccapriccianti di arbitrio e di vendetta contro i soldati in mezzo alla strada. Un simile fatto è inaccettabile".

Alcuni caccia F-16 dell'esercito turco hanno compiuto durante la notte voli di pattugliamento su diversi centri urbani del Paese, compresa Istanbul, come testimoniato direttamente dall'ANSA. Secondo l'agenzia statale Anadolu, i jet sono stati autorizzati direttamente dal presidente Recep Tayyip Erdogan. La decisione segnala che le autorità turche non ritengono del tutto esaurita la minaccia portata dagli autori del fallito golpe militare.

Sale ancora la tensione fra Ankara e Washington: il ministro del Lavoro turco ha ipotizzato apertamente, riferisce la Bbc, che gli Usa siano dietro il fallito golpe della notte fra venerdi' e sabato, mentre il segretario di Stato, John Kerry, citato da Lussemburgo, ha negato tutto mettendo in guardia la Turchia da quelle che ha chiamato "pubbliche insinuazioni". I sospetti sugli Usa - ha detto Kerry - "sono totalmente falsi e danneggiano" i rapporti.

"Se gli Stati Uniti sosterranno" Fethullah Gulen, negandone l'estradizione in Turchia con l'accusa di aver organizzato il fallito golpe, "questo danneggerà la loro reputazione. Non penso che continueranno a proteggere una persona del genere", ha detto il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag, citato dall'agenzia statale Anadolu.

Gli Stati Uniti "non hanno interesse ad ostacolare" l'eventuale estradizione di Fetullah Gulen, ma finora non è arrivata "né la richiesta formale né le prove" per l'estradizione. Lo dice il segretario di stato John Kerry ricordando di aver "chiarito che la richiesta formale deve arrivare tramite i canali legali" e di aver "detto al collega turco che ci mandino vere prove, non accuse". "Dobbiamo vedere vere prove che reggano nel giudizio per l'estradizione" aggiunge Kerry.

"Preparatevi per uno scontro perché pubblicheremo oltre 100 mila documenti sulla struttura del potere politico della Turchia", scrive Wikileaks, in un post pubblicato in inglese e in turco sul suo account Twitter.

La reintroduzione della pena di morte in Turchia bloccherebbe il negoziato per l'adesione di Ankara alla Ue, ha detto il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel Steffen Seibert.
Ma il premier turco, Binali Yildirim, dice: "Il desiderio della pena di morte espresso dai nostri cittadini per noi è un ordine, ma prendere una decisione affrettata sarebbe sbagliata".  

Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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