La tattica "cecena" dell'Ucraina a Bakhmut, così Kiev ha causato 4mila vittime russe in due settimane

La strategia dell'esercito di Kiev non cerca tanto di difendere le posizioni, ma di far saltare il terreno quando entrano le truppe russe

Giovedì 11 Maggio 2023 di Alessandro Rosi
La tattica "cecena" dell'Ucraina a Bakhmut, così Kiev ha causato 4mila vittime russe in due settimane

Costruire fortezze in palazzi residenziali, minarle, e quando i russi attaccano in massa indietreggiare per poi far saltare l'edificio da lontano. È così che l'Ucraina sta ribaltando la situazione nella città di Bakhmut. Causando 4mila vittime russe in due settimane. La chiamano "la tattica cecena", perché venne usata nella battaglia di Grozny del 1994.

E fu letale. Ma tuttora lo è: perché Kiev avanza nella città contesa mentre Mosca deve arretrare dopo aver annunciato (più volte) di averla conquistata del tutto.

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La battaglia di Grozny

È il 1994. L'opposizione cecena, con l'appoggio della Federazione russa, vuole rovesciare il governo di Džochar Dudaev, presidente della Repubblica cecena di Ichkeria (entità statuale non riconosciuta creata dai separatisti). Il colpo di Stato fallisce. Perché? Mettendo in atto le pratiche di guerriglia tipiche del combattimento urbano, le forze di difesa lasciano penetrare gli invasori. Ma li sorprendono lungo il tragitto verso il centro cittadino con numerose imboscate. Così, il teorico vantaggio rappresentato dai mezzi blindati si trasforma ben presto in un handicap. Gli insorti rimangono inchiodati lungo le strette strade di Groznyj, bersagliati da piccoli gruppi di fuoco appostati sui palazzi della città. Le formazioni attaccanti si sfaldano e i reparti riparano in Kirov Park, dove vengono decimati e disarmati.

Come funziona

Durante la ritirata, i soldati ucraini distruggono gli edifici residenziali che hanno trasformato in fortificazioni, cercando di seppellire i russi sotto le rovine. La rivelazione arriva dagli stessi militari di Putin impegnati al fronte. "Minare il territorio alle spalle è una vecchia esperienza - scrive un soldato russo -. Ricordo come a Grozny i militanti hanno abbandonato uno degli edifici senza combattere, il gruppo speciale ceceno vi si insediò, attrezzando un punto di schieramento temporaneo. E la casa fu minata". I combattenti morirono tutti. Ma non fu l'unica sorpresa. Trovarono anche pilastri di cemento con bombe all'interno e cadaveri di cani per le strade con mine cucite nella pancia.

 

 

La trappola

Pochi giorni fa, a Bakhmut, il comandante di una delle squadre d'assalto Wagner ha dichiarato che l'esercito ucraino attirano le nostre truppe d'assalto nelle loro fortificazioni. "È una pratica disgustosa". I wagneristi non dovrebbero correre rischi, ma le Forze Armate di Ucraina potrebbero poi contrattaccare immediatamente con forze più numerose. "Se portano molti combattenti, c'è il rischio di perderli durante un'esplosione. Il nemico sta combattendo in modo audace e creativo. E non si ritira".

 

Perché Bakhmut non è ancora persa

"Se la città fosse persa, l'avrebbero abbandonata molto tempo fa - scrivono su twitter analisti di guerra -. Se la Russia la vuole, dovrà conquistarla. Gli ucraini difendono strada per strada, blocco per blocco, piastrella per piastrella. Sono passati più di 4 mesi dall'inizio delle ostilità all'interno della città di Bakhmut, ma i russi non sono ancora riusciti a circondarla.

 

Le mosse di Putin

La tattica "cecena" ha portato i russi ad essere più cauti, ma questo ha avuto come effetto che molte volte le forze sono insufficienti. E gli ucraini fanno un rapido contrattacco e riconquistano gli edifici. Dal punto di vista operativo, l'esercito di Putin ha ormai rinunciato ad accerchiare la città. Troppo difficile e il fronte troppo grande.

Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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