Paul Rusesabagina, l'uomo che ha ispirato il film "Hotel Rwanda" e che stava scontando una condanna a 25 anni, tornerà libero oggi dopo 939 giorni di carcere insieme alle altre 19 persone che erano state arrestate con lui.
Rwanda, lo Schindler africano Paul Rusesabagina condannato con l'accusa di terrorismo
IL PERSONAGGIO
Rusesabagina è diventato famoso nel mondo dopo l'uscita nel 2004 del film di Terry George che l'ha qualificato come un eroe del nostro tempo. Nel 1994, durante i massacri della popolazione Tutsi da parte della milizia Hutu, salvò più di 1200 persone nascondendole nell'Hôtel des Mille Collines di cui allora era direttore. La guerra civile che sconvolse il paese fu una delle più spaventose della storia umana, con oltre 800 mila vittime su una popolazione di sette milioni. Rusesabagina approfittò degli ottimi rapporti che aveva con alcuni comandanti Hutu per proteggere le famiglie che si rifugiavano nell'albergo, di qualunque etnia fossero. Dopo il conflitto emigrò in Belgio dove fece il tassista, prima di creare una piccola impresa di trasporti. Nel film il suo personaggio è interpretato da Don Cheadle, che fu per questo candidato all'Oscar. Nel 2005, un anno dopo l'uscita della pellicola, l'allora presidente Goerge W. Bush conferì all'ex albergatore la medaglia presidenziale della libertà, uno dei due riconoscimenti civili più importanti negli Stati Uniti.
LE DISAVVENTURE
Rusesabagina fu rapito a Dubai nell'agosto del 2020 e trasportato a Kigali su un aereo privato. I suoi familiari affermano di avere trovato le prove che il noleggio del velivolo era stato pagato dal presidente ruandese. La figlia ha detto che in carcere è stato torturato e che uno dei suoi aguzzini era Johnston Busingye, oggi accreditato come Alto Commissario del Rwandanel Regno Unito. Rusesabagina, un accanito oppositore del presidente Kagame, era stato accusato di essere un leader del Movimento per il cambiamento democratico in Ruanda (Mrcd) e del suo braccio armato, la Forza per la liberazione nazionale (Fln). Nella sua difesa aveva ammesso i contatti con il Mrcd, ma negato ogni coinvolgimento nelle azioni del Fln. Gli americani l'hanno convinto a inviare una lettera molto diplomatica a Kagame per assumersi una parte di responsabilità: «Mi dispiace ha scritto - di non aver prestato maggiore attenzione per garantire che i membri della coalizione Mrcd aderissero pienamente ai principi della non violenza». Ha aggiunto anche che se fosse stato graziato e liberato, avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni negli Stati Uniti «in quieta riflessione».
IL FUTURO
I rapporti tra Stati Uniti e Ruanda erano pessimi perché Washington accusa Kagame di appoggiare il gruppo armato M23 (Mouvement du 23 mars), composto da Tutsi, che opera nel Congo per destabilizzare il paese. Il Ruanda nega qualunque coinvolgimento, ma le prove raccolte dalle Nazioni Unite non lasciano dubbi. La liberazione di Rusesabagina ha rasserenato i rapporti, e i rispettivi portavoce non fanno che felicitarsi reciprocamente e scrivere, come ha fatto Stephanie Nyombayre, un'altra collaboratrice di Kagame, che «questo è il risultato di un desiderio condiviso di reimpostare le relazioni tra Usa e Ruanda». Rusesabagina sarà trasportato oggi in aereo a Doha, negli Emirati, dove lo raggiungerà la famiglia, e proseguirà poi verso gli Stati Uniti cercando di dimenticare tre anni di carcere che sono stati molto duri, ma che non l'hanno piegato. Può darsi che pensi davvero di trascorrere il resto della sua vita in quieta riflessione, ma non sembra proprio il tipo.
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