Cia smaschera la rivolta Wagner: «I contratti non prevedevano l'attacco a Mosca. Prigozhin aveva tanta paura e pochi uomini»

Secondo Williams Burns, il mese scorso il leader del gruppo di mercenari potrebbe aver fatto marcia indietro perché i suoi uomini non «avrebbero retto la rivolta»

Mercoledì 26 Luglio 2023
La Cia smaschera la rivolta Wagner: «I contratti non prevedevano l'attacco a Mosca. Prigozhin aveva tanta paura e pochi uomini»

Secondo il direttore della CIA Williams Burns, il mese scorso il leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, potrebbe aver fatto marcia indietro perché i suoi uomini «non ce l'avrebbero fatta a fronteggiare le truppe di Mosca».

Burns ha spiegato il dietrofront dei Wagner: «Si sono bloccati e hanno fatto marcia indietro. Perché? Hanno iniziato ad avere paura e poi erano solo in 5mila». Ma alla base delle parole di Burns, intervenuto alla conferenza sulla sicurezza di Aspen, ci sarebbe la questione dei contratti Wagner: «Non era quello per cui avevano firmato». Sì, perché i mercenari di Prigozhin hanno anche dei contratti. 

La rivolta

Prigozhin il 23 giugno ha inveito contro i vertici militari russi e ha dato il via alla rivolta Wagner con una marcia verso Mosca.

Prima di ritirarsi, aveva anche abbattuto alcuni aerei militari russi. 

Burns ha detto che Prigozhin aveva con sé solo 5mila uomini, non abbastanza per prendere effettivamente Mosca. 

Cosa prevedono i contratti firmati dai Wagner

La maggiorparte degli uomini Wagner sono di cittadinanza russa (etnia russa e cosacchi, ndr.) ma il gruppo comprende anche ucraini e cittadini di altri paesi. Vengono per lo più reclutati tramite passaparole di persone «fidate» e attraverso canali online privati. La loro età varia, ci sono cinquantenni ex militari ma anche ventenni meno addestrati che vengono attratti dagli alti stipendi rispetto a un salario medio russo. Considerando il cambio col rublo, i combattenti, secondo fonti russe e ucraine, portano a casa tra i 2.000 e i 3.000 euro, ma la cifra varia in base ai combattimenti ingaggiati (circa 600 euro a settimana, ndr.) e oltre a dipendere dal tasso del rublo non è mai stata costante negli anni. Per ogni ferita minore nel 2017 venivano risarciti circa 500 euro, 3.000 più cure nel caso di una più grave. E se si muore, alla famiglia viene promessa una cifra intorno ai 35.000-50.000 euro.  

Le clausole

Sì, anche la Wagner ha dei contratti. Sono rigorosamente a tempo determinato e dipendono dal «progetto». Se in Donbass erano di pochi mesi, per la guerra in Siria l’ingaggio era di un anno, con ferie ogni 6 mesi. Al termine, dopo il riposo prescritto, il soldato può scegliere se prolungare il contratto o entrare in riserva, da cui può tornare a piacimento.

«I viaggi di lavoro» dipendono invece dalle situazioni: gli uomini del gruppo Wagner sono stati in Donbass per assicurare il controllo russo, in Siria per combattere al fianco delle truppe pro-Assad, ma anche in Mali per fronteggiare i ribelli insieme a esercito e polizia, dove tra sono stati accusati di aver commesso «gravi e sistematiche violazioni internazionali sui diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie, torture, sparizioni e esecuzioni sommarie».

Ora circa mille uomini sono in Ucraina per diversi obiettivi, tra cui si dice, anche l’uccisione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma una cosa è certa: gli uomini di Prigozhin non avevano firmato né per una rivolta né per i cambi di manovra che Putin e Shoigu hanno messo in atto da quando la controffensiva russa è iniziata. 

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