Invece di ricevere gli auguri di Natale, a partire da questo mese, il cardinale americano Raymond Burke non ha più visto accreditato sul suo conto corrente il cosiddetto Piatto cardinalizio, l'appanaggio che spetta ai cardinali di curia, il cui ammontare si aggira, compreso i benefit, attorno ai 5 mila euro.
La decisione era stata formalmente annunciata da Papa Francesco il mese scorso, durante una riunione con tutti i capi dicastero. Prima di Natale l'accelerata. Allo stesso modo il cardinale già Prefetto della Segnatura apostolica e già cappellano dell'Ordine di Malta, attualmente pensionato, dovrà lasciare anche l'appartamento di via Rusticucci, a due passi dal colonnato di San Pietro, in uno storico palazzo vaticano che dà su via della Conciliazione, abitato da altri cardinali. Il provvedimento insolito e con caratteristiche punitive aveva sollevato parecchie perplessità nel collegio cardinalizio. La percezione comune è che Bergoglio lo abbia sanzionato perchè Burke - nonostante sia sempre stato piuttosto rispettoso e rigido interprete delle norme in vigore - continua a parlare apertamente in modo critico della linea aperturista di Francesco. Da canonista, infatti, ha sempre contestato il fantasioso modo di procedere di certi documenti normativi non sempre in linea con la tradizione o il magistero. L'ultima volta che non aveva taciuto il suo stupore era prima del Sinodo sulla Sinodalità e al Papa aveva fatto presente, assieme ad altri quattro cardinali, che l'autorizzazione alla benedizione alle coppie gay sarebbe stata un boomerang da gestire per la Chiesa intera. Cosa che poi si è puntualmente verificata.
Papa Francesco considera Burke un nemico e di conseguenza ha voluto sanzionarlo togliendogli l'appartamento vaticano e lo stipendio. Secondo i maligni il pontefice avrebbe affermato che il porporato americano essendo assai ricco non ha bisogno dei denari vaticani. Da alcuni amici storici del cardinale, invece, si apprende che le finanze di Burke non sarebbero così floride, tanto che ora sta cercando casa ma in una zona non troppo costosa e di certo in linea con le sue possibilità. Probabilmente verrà aiutato da sostenitori piuttosto facoltosi. Chissà.
La goccia che avrebbe fatto perdere le staffe al Papa sembra sia stata una recente conferenza di Burke in cui, illustrando in modo compiuto gli strappi teologici del pontificato, avrebbe concluso che occorre pregare a lungo per il pontefice perché sembra che Cristo stia mettendo a dura prova la sua Chiesa. Poi c'era stato anche il documento (siglato da Burke assieme a quattro cardinali) per contestare l'impostazione del Sinodo convocato per dare in futuro la possibilità di studiare aperture teologiche a temi considerati tabù, come il diaconato femminile, la questione dell'omosessualità, il tema della vita.
Le domande teologiche poste da Burke (ma condivise da una ampia fetta del collegio cardinalizio) in quel documento erano assai semplici: «Santo Padre è possibile che in alcune circostanze un pastore possa benedire unioni tra persone omosessuali, lasciando così intendere che il comportamento omosessuale in quanto tale non sarebbe contrario alla legge di Dio e al cammino della persona verso Dio?» E ancora: «La Chiesa potrebbe in futuro avere la facoltà di conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne, contraddicendo così che la riserva esclusiva di questo sacramento ai battezzati di sesso maschile appartenga alla sostanza stessa del Sacramento dell'Ordine, che la Chiesa non può cambiare?» Di fatto la spaccatura dentro la Chiesa è sempre più profonda e certamente il defenestramento anche di Burke non aiuterà a calmare gli animi.