Aveva trovato il coraggio di denunciare il suo molestatore, il preside della scuola coranica a del Bangladesh dove la ragazza, solo 19enne, studiava. Per questo lui, Siraj Ud Doula, ha deciso di farla uccidere: ha organizzato un vero e proprio «piano militare», come lo ha definito la polizia locale, e l'aveva fatta bruciare viva per punirla. Oggi, la sentenza che condanna a morte i 16 individui che parteciparono a quella barbara esecuzione.
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— BBC News (World) (@BBCWorld) October 24, 2019
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Il 27 marzo scorso Nusrat Jahan Rafi, originaria di Feni, cittadina a 160 km da Dhaka, aveva raccontato che il preside l'aveva chiamata nel suo ufficio e aveva cominciato a molestarla. Lei era riuscita a fuggire e poi aveva deciso di denunciare l'accaduto alla polizia. Per il preside era scattato l'arresto ma a Dhaka e a Feni molta gente era scesa in piazza per chiedere il suo rilascio.
La ragazza è stata uccisa nella stessa scuola, dove era andata per sostenere gli esami finali. Un'amica l'aveva messa in guardia dal clima ostile contro di lei nell'istituto conducendola sul tetto con l'intenzione di portarla al sicuro, ma lì - poco dopo - erano giunte alcune persone nascoste
sotto un burqa che le avevano chiesto di ritrattare le accuse e, quando lei si era rifiutata, le avevano dato fuoco.