Boris Nadezhdin ha presentato le firme in sostegno della sua candidatura alle elezioni presidenziali di marzo entro il termine fissato al 31 gennaio. Il candidato sostenuto dall'opposizione, contrario alla guerra contro l'Ucraina, ha consegnato 105mila firme, 5mila più di quante sono richieste. La stragrande maggioranza degli esperti considera scontata la rielezione di Putin.
Chi è
Boris Nadezhdin ha 60 anni, dal 1999 al 2003 è stato deputato della Duma con l'Unione delle forze di destra. Ora è consigliere comunale a Dolgoprudny, nella regione di Mosca. È considerato un liberale e ha definito la guerra in Ucraina «un errore fatale», auspicando una riapertura del dialogo con i Paesi occidentali.
La raccolta firme
Negli ultimi giorni molti volti noti dell'opposizione hanno annunciato il loro appoggio al politico: dal magnate del petrolio Mikhail Khodorkovsky all'ex aspirante candidata Yekaterina Duntsova, dall'ex direttore di Radio Eco di Mosca Alexey Venediktov a Ivan Zhdanov, braccio destro dell'oppositore russo in carcere Alexey Navalny. La raccolta firme ha così subito un'accelerazione, e nel fine settimana alcuni media riferivano di tante persone che, sfidando il freddo, stavano in coda davanti agli uffici elettorali di Nadezhdin a Mosca, San Pietroburgo e altre grandi città. Basterà a consentire all'oppositore di correre contro Putin? Non è detto. Sì, certo, ci sono delle regole in teoria, ma secondo gli analisti in realtà l'ultima parola spetta al governo, come pare confermare l'esclusione dalla corsa alla presidenza di un'altra politica contraria alla guerra: Yekaterina Duntsova, estromessa dalle elezioni per presunte «irregolarità nei documenti» presentati alla Commissione elettorale.
Cremlino in allarme
Una fonte vicina al Cremlino sentita da Meduza pare escludere che Nadezhdin sarà ammesso alle presidenziali: non ci saranno candidati contro la guerra, afferma, «in nessun caso». La candidatura di Nadezhdin è sostenuta da un piccolo partito non rappresentato alla Duma, Iniziativa Civica. Le firme richieste sarebbero state addirittura 300.000 se si fosse presentato senza un partito.
I candidati
I candidati dei partiti rappresentati alla Duma possono invece candidarsi senza presentare firme alla Commissione elettorale: è il caso del comunista Nikolai Kharitonov, di Leonid Slutsky del partito liberaldemocratico (in realtà su posizioni nazionaliste) e di Vladislav Davankov del partito Persone nuove. Ma si tratta di movimenti considerati alleati del Cremlino. E quindi di candidati innocui per il regime di Putin, spiegano gli esperti. In questo contesto, la candidatura di Nadezhdin sarebbe tutt'altra cosa.
Gli esclusi
La candidata del Partito democratico - un'altra forza conservatrice nata nel 1990 - non ha invece raccolto le firme necessarie per candidarsi. Il presidente del Partito, Aleksandr Zorin, ha dichiarato che la sua forza politica sosterrà Putin alle prossime elezioni. Sono al momento quattro i candidati ammessi al voto: oltre a Putin i leader dei tre partiti dell'opposizione sistemica rappresentata alla Duma. Boris Nadezhdin sta completando la raccolta delle firme, già in numero superiore a quanto richiesto.
«Putin è contro di me»
«Putin è contro di me, ma Dio è dalla mia parte», così Nadezhdin scardina il dogma del Cremlino, sottraendo allo zar, quantomeno a parole, il potere conferito dalla Chiesa. Nadezhdin, 60 anni, fisico, discendente di diversi pope ortodossi, ha promesso di porre fine «all'errore fatale» di Putin con l'inizio della guerra in Ucraina, al reclutamento, la liberazione dei prigionieri politici, Aleksei Navalny incluso, e anche il ritiro della campagna contro «Quello che farò ora, lo sostiene Dio», ha affermato inoltre.