Turismo, il presidente di Federalberghi: «Grandi problemi a reperire lavoratori, il personale si allontana»

Assemblea in corso a Parma, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia. C'è "ottimismo per l'estate"

Sabato 14 Maggio 2022
Turismo, il presidente di Federalberghi: «Grandi problemi a reperire lavoratori, il personale si allontana»
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Turismo, cosa succede? Quale scenario? «Ai tradizionali problemi di reperimento della manodopera si aggiunge oggi un fenomeno di allontanamento del personale dal nostro settore.

Si tratta di un fenomeno riscontrato anche negli altri paesi europei e nelle principali economie turistiche. Una situazione che ci preoccupa perché il deflusso di queste persone rischia di dissanguare il settore». A sottolinearlo è il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca alla 72esima assemblea in corso a Parma, alla presenza del ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

«Il lungo periodo di stasi, legato agli avvenimenti degli ultimi anni, - afferma Bocca - ha spinto non solo i collaboratori con contratto a termine, ma anche quelli con contratto a tempo indeterminato, tutelati dagli ammortizzatori sociali, a guardarsi intorno alla ricerca di un'altra occupazione. Molti l'hanno trovata nel pubblico impiego, altri in altri settori, altri ancora sono ancora alla ricerca». E a proposito dei percettori del reddito di cittadinanza ha detto: «è arrivato il momento di far ricominciare a lavorare queste persone».

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ESTATE - «I dati in nostro possesso ci fanno essere ottimisti per la stagione estiva perché abbiamo il ritorno di parte del turismo straniero anche nelle città d'arte, soprattutto americano, ma il dato più importante è quello degli italiani. Gli italiani fanno vacanze e restano in Italia. Questo è un motivo per noi di vanto e orgoglio», spiega ancora Bocca. Per frenare l'agguerrita concorrenza dei paesi stranieri rivali, secondo Bocca, è necessario chiedere al ministro Garavaglia di fare «una politica nazionale del turismo». «Ma quest'anno - ha precisato - dobbiamo fare a meno di altri mercati internazionali: non solo la Russia, ma tutto il Far East, cioè Cina, Taiwan, Corea, Giappone che sono totalmente assenti. Speriamo di compensare questa assenza con più americani ma soprattutto più italiani. L'Italia è il primo mercato».

GARAVAGLIA - «Tolto il tappo, abbiamo tanta tanta voglia d'Italia tra i turisti del mondo. Una sorta di revenge tourism come dice Roberta Garibaldi dell'Enit». Lo dice il ministro del Turismo Massimo Garavaglia a Parma ricordando che, ora che le regole anti-Covid anche in Italia si sono allentate, ci sarà un netto miglioramento. «Dai primi dati - dice Garavaglia - notiamo che su aprile maggio e giugno l'Italia ha un tasso di riempimento delle strutture ricettive di 10 punti superiore alla Spagna, nostro tradizionale competitor. E questa è un ottima notizia. Non si vedeva da anni, c'è un rimbalzo ma dobbiamo renderlo strutturale».

LE CIFRE E LA CRISI - «Nel 2021 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è diminuita di oltre 22,5 miliardi di euro, con un calo del 50,9% rispetto al 2019. Sottolineo che i dati citati riflettono la media nazionale e che ci sono località e imprese in cui la perdita è molto più consistente. Con l'inizio del nuovo anno, purtroppo, la situazione è ulteriormente peggiorata», spiega poi Bocca. «All'interno del settore turismo, le strutture turistico ricettive e termali - dice ancora Bocca - sono quelle che continuano a pagare il prezzo più alto. Nel 2019 il valore aggiunto dei servizi di alloggio era stato pari a 27 miliardi di euro, facendo segnare un incremento del 32% rispetto ai 20,4 miliardi del 2013. Con ogni probabilità, la crescita si sarebbe ulteriormente rafforzata se non fosse comparsa la pandemia». Invece, secondo il presidente degli albergatori, nel 2020 il valore aggiunto si è dimezzato rispetto ai livelli del 2019 (-54%). La tendenza è proseguita nel 2021, con un calo del 32% rispetto al 2019. Analoghi segnali sono stati registrati sul fronte delle presenze turistiche: il 2020 si è chiuso con una perdita di 228 milioni di pernottamenti, equivalente ad un calo medio del 52,3% rispetto all'anno precedente, con punte che in alcune località hanno superato l'80%. «Nel 2021, nonostante i segnali positivi registrati nella seconda metà del mese di luglio e nel mese di agosto in alcune località che si rivolgono prevalentemente al mercato interno, sono mancate all'appello - dice ancora - 156 milioni di presenze turistiche, con un calo del 35,8% rispetto al 2019, di cui 118 milioni relative ai turisti stranieri». Un dato allarmante, considerato che in un anno «normale» i turisti internazionali contribuiscono per il 50,5% al totale dei pernottamenti e che la spesa dei turisti stranieri contribuisce al saldo della bilancia commerciale con 44,3 miliardi di euro.

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LA BUROCRAZIA - «Troppo spesso le nostre iniziative rimangono ostaggio di cavilli e carte bollate. Nei mesi di emergenza trascorsi si è visto che quando c'è la volontà di semplificare, di sburocratizzare, di accelerare… è possibile rendere le cose più semplici, più agevoli, più efficaci. Il rilancio del turismo italiano non può essere bloccato dalla burocrazia, dai formalismi, dai piccoli o grandi poteri di veto di questa o quell'altra amministrazione». Il presidente Bocca fa due esempi concreti di questa «miopia burocratica». «Durante la pandemia, molti ristoranti - racconta - hanno beneficiato delle misure che agevolavano l'installazione di tavolini all'aperto, i cosiddetti dehors. Non ho capito perché gli alberghi sono stati esclusi da questa opportunità». Ecco invece un secondo esempio di accanimento burocratico. «L'albergo medio italiano ha trenta stanze. Significa che se il ristorante si rivolgesse solo agli ospiti che pernottano, nella migliore delle ipotesi avrebbe al massimo sessanta clienti al giorno. E i conti non potrebbero mai tornare. Per fortuna, ci sono amministrazioni che comprendono il problema e rilasciano senza difficoltà una seconda licenza, che consente l'accesso del pubblico esterno. Ma in tanti altri casi purtroppo non è così facile. Ci sono alcune città completamente bloccate dalla burocrazia. ci vorrebbe una legge nazionale che bonifichi il campo da leggi astruse che scoraggino le imprese», conclude.

 

Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 03:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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