Irpef, nuovo taglio e tasse giù alla classe media: risorse dal concordato per le Partite Iva

Lunedì 5 Febbraio 2024 di A. Bas.
Irpef, nuovo taglio e tasse giù alla classe media: risorse dal concordato per le Partite Iva

Maurizio Leo, vice ministro dell’Economia e padre della riforma fiscale, non si stanca mai di ripeterlo. E ieri lo ha ribadito. Il destino del taglio dell’Irpef è legato a quello di un altra misura: il concordato biennale per le Partite Iva.

Andiamo con ordine.

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Irpef, nuovo taglio

Quest’anno, e per ora solo per quest’anno, il governo ha ridotto le aliquote fiscali da quattro a tre, accorpando quella del 25 per cento a quella del 23 per cento. Questa misura costa 4 miliardi di euro e produce un beneficio di 260 euro all’anno per i contribuenti. L’intenzione di Leo non è solo quella di confermare il taglio anche per il 2025, ma di allargarlo.

L’idea, con il prossimo modulo della riforma Irpef, è di favorire la classe media, quella che guadagna attorno ai 50 mila euro e che proprio il taglio dell’Irpef disegnato nell’ultima manovra ha penalizzato introducendo una franchigia esattamente di 260 euro, che ha escluso questi redditi dal beneficio della riduzione delle tasse.

Irpef e concordato partite Iva

Cosa c’entra il concordato delle Partite Iva? La riforma fiscale disegnata da Leo ha al suo interno un meccanismo di “autofinanziamento”. Tutte le misure che determinano un gettito fiscale, vanno a finire in una sorta di salvadanaio, un fondo per finanziare invece le misure che hanno un costo, come appunto il taglio dell’Irpef.


Questo fondo è già stato alimentato dalla cancellazione di una misura per le imprese, l’Ace, l’aiuto alla crescita economica, un’agevolazione fiscale introdotta dieci anni fa per favorire la capitalizzazione delle aziende. Grazie alla sua cancellazione il fondo potrà contare su una dote di 3,5 miliardi di euro per il 2025, e circa 2,7 miliardi l’anno a partire dal 2026. Una dote importante ma non sufficiente. Per questo nel “fondone” per il taglio delle tasse dovrà finire anche il gettito che sarà recuperato alle casse dello Stato grazie al concordato preventivo per le Partite Iva.

Il meccanismo

Il meccanismo di quest’ultimo ormai è noto. Commercianti e professionisti riceveranno un calcolo delle tasse che il Fisco si aspetta che loro versino nei due anni successivi. Se questo conteggio sarà accettato senza riserve, le Partite Iva avranno il privilegio di non essere “disturbate” dall’Agenzia delle Entrate per 24 mesi (a meno che non forniscano dati sbagliati). Nella prima versione il decreto prevedeva maggiori incassi per lo Stato grazie al concordato, di circa 1,8 miliardi di euro. Soldi che però derivavano soprattutto dal fatto che era previsto che l’accesso alla misura era possibile soltanto per chi avesse ricevuto un voto agli Isa (le pagelle fiscali date dall’Agenzia), di almeno “8”. Insomma, si stimava che per ottenere i benefici del concordato, molte Partite Iva che avevano un voto inferiore avrebbero dichiarato di più per centrare il giudizio minimo per aderire al concordato. Ma dopo il passaggio parlamentare il voto minimo è stato eliminato.

Le risorse

Tutte le Partite Iva potranno aderire al “patto” con il Fisco, a prescindere dal voto in pagella. Ma questo comporterà più o meno risorse per lo Stato? Il boccino è tutto in mano all’Agenzia delle Entrate, che a questo punto dovrà calcolare quante tasse dovrà versare ogni singolo commerciante e ogni singolo professionista, per poter aderire al concordato. Con l’avvertenza che chi non “sposerà” le stime del Fisco sarà quasi certamente sottoposto ad una procedura di accertamento. Le premesse per spingere verso l’alto gli incassi per lo Stato, insomma, ci sarebbero tutte. Ma è anche vero che il governo ha chiarito che difficilmente si potrà presentare un conto troppo salato alle Partite Iva. Il percorso dovrà essere «graduale».Gli effetti di questa misura tuttavia, saranno noti dopo il 15 ottobre, data ultima per accettare (o rifiutare) la proposta del Fisco. Pochi giorni dopo arriverà la manovra del governo e si scoprirà se gli incassi del concordato saranno sufficienti a permettere di proseguire con il taglio delle tasse. 
 

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 13:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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