Btp e titoli di Stato, cosa bisogna fare dopo l'aumento dei tassi: conviene comprare o vendere?

La Banca centrale europea ha alzato ancora i tassi di interesse: questo fa ridurre il valore dei Btp, ma potrebbe avere un effetto "benefico" sui rendimenti. Ecco cosa fare se si hanno titoli di Stato in portafoglio o se si vuole comprarli

Sabato 16 Settembre 2023 di Giacomo Andreoli
La sede del ministero dell'Economia, il Palazzo delle Finanze, a Roma

Se hai dei soldi da parte questo potrebbe essere ancora un buon momento per investire sui Btp. La Banca centrale europea ha alzato ancora i tassi di interesse e l’ulteriore incremento di 25 punti base porta a far crescere il rendimento dei titoli di Stato. Ma cosa sono e su quali conviene puntare?

I Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli di debito emessi dal ministero dell'Economia. Servono a finanziare lo Stato e sono degli investimenti sicuri che durano qualche anno. Investire è facile: si può fare direttamente in banca.

Bisogna mettere però almeno mille euro. 

Hai dei soldi da parte? Ora può essere un buon momento per investire sui Btp

 

L'aumento dei tassi di interesse

Con l'ultima decisione della Bce il tasso sui depositi presso la banca centrale è salito al 4%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 4,5% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%. I tassi per Lagarde rimarranno alti finché non si vedranno effetti concreti sull'inflazione, ancora distante dal target del 2%.

L'operazione è stata criticata da diversi economisti e anche da alcuni governi europei, come quello italiano e quello spagnolo. Non è chiaro se ci sia stato un vero e proprio effetto della politica monetaria restrittiva su questa inflazione, e in ogni caso il ritmo di discesa dei prezzi è lento negli ultimi mesi.

Quasi sempre, a fronte di rialzi dei tassi, le quotazioni dei Btp tendono a diminuire: per adeguarsi ai nuovi tassi di riferimento, ora aumentati, il valore del titolo deve infatti diminuire. Ma in generale minore è il prezzo del titolo, il Btp, e più alto è, in proporzione, il rendimento che si ottiene. Inoltre lo Stato potrebbe aumentare i rendimenti con future emissioni di nuovi titoli di Stato.

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Btp, su quali conviene investire

Oggi, quindi, tra aumento dei tassi di interesse da parte della Bce, inflazione alta e necessità dello Stato di non indebitarsi solo all'estero, i rendimenti sono vantaggiosi. Il Btp Valore, che sarà emesso di nuovo a inizio ottobre, fa guadagnare ai piccoli investitori fino al 4% all'anno. Ci sono poi una serie di sconti sulle tasse: tradotto, ogni mille euro di investimento, se ne guadagnano oltre un centinaio. Ma il vero guadagno è usare il Btp per tenere i soldi al riparo dall'aumento dei prezzi.

L'altro titolo vantaggioso per chi ha qualche risparmio in tasca è stato negli ultimi mesi il Btp Italia, i cui guadagni si alzano al crescere dell'inflazione. Quello emesso lo scorso 14 marzo ha un rendimento a scadenza superiore all'8%. Prima che l'inflazione si abbassi troppo potrebbe essere conveniente puntarci, anche se ad ora non sono previste nuove emissioni a breve.

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Cosa fare se si è già investito nei titoli di Stato

Ma cosa fare se si ha già un Btp in portafoglio? Insomma, se si è già investito. Se la scadenza del titolo presente in portafoglio non è lontana, meglio conservarlo in portafoglio fino alla data di rimborso. Se la data di rimborso è mediamente lontana, gli effetti negativi sul valore di mercato del Btp sono importanti.

Quindi anche qui vendere significa subire una perdita, quindi meglio aspettare di incassare il valore nominale alla naturale scadenza. Se invece si vuole investire in un immobile, se si ritiene sia una scelta non rinviabile (magari perché si trova una buona offerta, nonostante i rialzi del mercato immobiliare), si possono incassare i soldi vendendo i titoli.

In ogni caso mantenendo i Btp si assisterà a un incremento graduale del loro valore di mercato, visto che la Bce dovrebbe dire basta ai rialzi dei tassi e cominciare ad abbassarli nel 2024 (forse solo in autunno). Prima della data di rimborso, il valore del titolo di Stato potrebbe superare il valore nominale. Comunque all’atto del rimborso il valore nominale viene rimborsato e in alcuni casi è soggetto a un ritenuta fiscale non rilevante.

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Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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