VENEZIA - Banca Finint si candida a diventare uno dei perni del nuovo Nordest. «Crediamo che il Triveneto abbia necessità di un'industria dei servizi finanziari all'altezza di questo grande territorio come ci sono ancora in Emilia Romagna, penso a Bper o al Credito Emiliano. Un'infrastruttura che considero strategica per il territorio al pari di aeroporti o utilities. Mi auguro che si possa ricrearla e siamo pronti a collaborare a questo progetto con Sparkasse, che sta portando avanti un'interessante operazione con l'Opa su Civibank, o Volksbank - spiega Enrico Marchi, presidente e azionista di controllo di Banca Finint, istituto con base a Conegliano (Treviso) che ieri ha illustrato il bilancio 2021 chiusosi con un utile netto di 15,1 milioni e un lordo cresciuto dell'11% sul 2020, bene anche i ricavi -. Siamo impegnati anche in iniziative dirette sulle imprese come il rilancio di Ceramica Dolomite, nel Bellunese. Abbiamo elaborato un piano di rilancio, messo insieme tre grandi imprenditori come Leonardo del Vecchio, Luigi Rossi Luciani e Bruno Zago. Siamo pronti a investire 15 milioni: 8 noi con quote paritarie e 7 da Invitalia. Un progetto di sviluppo che non prevede nuovo indebitamento per cinque anni e l'assunzione di più addetti possibile rispetto ai 420 attuali. Il 17 marzo presenteremo l'offerta definitiva. Nei giorni scorsi ho visitato lo stabilimento di Borgo Valbelluna, una grande fabbrica oggi ferma che noi speriamo di far tornare in attività già da maggio o giugno. Il Veneto non deve essere solo una terra di stabilimenti industriali e di filiali bancarie, ma di aziende e banche con proprio quartier generale qui».
L'altro grande passaggio prossimo venturo di Banca Finint è la chiusura dell'acquisizione di Banca Consulia: «Chiuderemo l'operazione in maggio o giugno, Consulia rimarrà indipendente e sarà la nostra divisione per il private banking, questo ci permetterà di sviluppare la nostra presenza nella gestione patrimoniale dando sempre più ai nostri clienti un servizio completo.
IMPRENDITORI IN MOVIMENTO
La crisi da Covid e poi oggi la guerra in Ucraina: gli imprenditori del Nordest come si muovono in questo contesto così incerto? «Continuo a vedere molta effervescenza negli imprenditori, che ci chiedono occasioni per velocizzare il percorso di crescita, azienda da compare. Hanno voglia di cogliere opportunità e noi siamo in grado di assisterli con i nostri uffici a Conegliano a Milano», risponde il presidente di Banca Finint, istituto che l'anno scorso ha assunto 63 persone. «Quest'anno siamo pronti ad assumere altri 40-50 addetti tra banca e sgr perché vogliamo crescere con i nuovi talenti: noi a Conegliano offriamo ai giovani una qualità del lavoro e di stipendio come una grande città accoppiata a grande qualità della vita - rivela Marchi -. Non è facile trovare le persone giuste, per questo organizziamo master e corsi formazione, collaboriamo con le università. E chi vuole può stare a Milano in smart working».
Lo scorso anno il margine di intermediazione di Banca Finint è stata pari a 63,7 milioni, + 11% su anno, di cui margine finanziario e da servizi a 61,5 milioni, in crescita del 8,9% rispetto al 2020, con commissioni che ammontano a 54,7 milioni (+9%) e sono pari al 86% del margine di intermediazione. In crescita i risultati della partecipata Finint Investment Sgr, che raggiunge un risultato netto di 3 milioni (+ 22,5%).