Sarà un 2024 caratterizzato dai rincari? Ecco quelli da evitare. La mappa degli aumenti l’hanno tracciata le associazioni dei consumatori. Fanno da traino le bollette, complice la fine del mercato tutelato.
Altra nota dolente: l’Rc auto. Un nucleo che dispone di due automobili si ritroverà a spendere in totale 62 euro in più rispetto al 2023, solo a titolo di copertura assicurativa, stima sempre il Codacons. E poi. Se per i mutui c’è cielo sereno all’orizzonte ora che sembra finita la politica dei rialzi dei tassi imposta dalla Bce (con la conseguenza che nel corso del 2024 potrebbero non scattare nuovi aumenti delle rate) lo stesso non può dirsi per il settore dell’energia. Infatti, la fine del mercato tutelato del gas e della luce porterà, avverte il Codacons, incrementi delle tariffe: la maggiore spesa potrebbe attestarsi a +220 euro annui a nucleo. D’accordo Federconsumatori: «i rincari del 2024 sono trainati, ancora una volta, dall’aumento dei prezzi dei beni energetici, che crescono ancora, soprattutto sulla spinta del gas, anche alla luce dell’eliminazione dello sconto sull’Iva e sugli oneri di sistema, nonché a causa del passaggio al mercato libero, dove le tariffe sono mediamente più care di quelle fino ad oggi garantite sul mercato tutelato». Per Federconsumatori è importante attuare una rimodulazione delle aliquote Iva sui generi di largo consumo, accompagnandola con misure sanzionatorie di controllo.
IL PASSAGGIO
«Ciò consentirebbe alle famiglie di risparmiare oltre 531,57 euro annui», afferma Michele Carrus, presidente di Federconsumatori. L’associazione vede inoltre aumentare nel 2024 la Tari di circa 26 euro in media. Per mense scolastiche e libri si spenderanno 12 euro all’anno in più. Per le prestazioni sanitarie 32 euro in più. I maggiori rincari riguarderanno, anche per Federconsumatori, il carrello della spesa e le bollette, che insieme richiederanno nel 2024 un esborso aggiuntivo superiore a 500 euro. Sugli adeguamenti tariffari nel comparto della telefonia, con diversi operatori che hanno già annunciato aumenti per il nuovo anno, il grido di allarme più alto è quello di Assoutenti. «Solo per gli incrementi già comunicati dai gestori la maggiore spesa potrà raggiungere i +60 euro annui a utenza, a seconda dell’offerta sottoscritta», afferma il presidente dell’associazione Gabriele Melluso. Che aggiunge. «Sommando gli adeguamenti tariffari legati all’inflazione, per un importo compreso tra i +27 e i +30 euro annui a famiglia, si arriva a una stangata che potrebbe raggiungere nel 2024 la cifra complessiva di 770 milioni di euro». Costerà di più anche il riciclo.
Operativa dal primo gennaio la riduzione del Cac per gli imballaggi in legno, da 8 euro a tonnellata a 7 euro a tonnellata, annunciata dal Conai. Scatteranno invece dal 1 aprile 2024 i rialzi per alluminio, carta e plastica. Il contributo per gli imballaggi in alluminio passerà da 7 euro/tonnellata a 12 euro/tonnellata. Il contributo base per gli imballaggi in carta da 35 euro/tonnellata a 65 euro/tonnellata, un maxi-rincaro dopo la riduzione a 5 euro/tonnellata, in vigore dal giugno 2022 a ottobre 2023, con il boom dei valori dei maceri. Intanto, e almeno questa è un’ottima notizia, l’inflazione continua ad arretrare. Per le tasche degli italiani il 2024 potrebbe essere l’anno del ritorno alla normalità. A novembre 2023 l’inflazione ha registrato un aumento dello 0,7% su base annua, da +1,7% nel mese precedente. Questo è emerso dalle ultime rilevazioni dell’Istat. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.