Assegno di inclusione, una corsia veloce per le richieste e “silenzio-assenso”: ecco cosa cambia

Solo due mesi per avere il via libera

Domenica 11 Febbraio 2024 di Michele Di Branco
Assegno di inclusione, una corsia veloce per le richieste e “silenzio-assenso”: ecco cosa cambia

Due mesi di attesa. E se lo Stato non si fa vivo per sollevare qualche problema, o per chiedere qualche chiarimento, la pratica deve considerarsi risolta e accettata. Il principio del “silenzio-assenso” mette al riparo da spiacevoli sorprese chi ha fatto domanda (o la farà in futuro) dell'Assegno di inclusione, la misura che, da quest’anno, ha sostituito il Reddito di cittadinanza.

Le persone nelle situazioni di svantaggio previste dalla legge per l’ottenimento del beneficio (disturbi mentali, dipendenze o altri disturbi) potranno presentare all’Inps una autocertificazione. A quel punto l’Istituto di previdenza chiederà all’amministrazione di riferimento (citata nella domanda) una verifica della situazione di disagio: se entro 60 giorni non ci sarà una riposta in base, come detto, al principio del silenzio assenso la domanda (se ovviamente ci sono gli altri requisiti) sarà accettata. È quanto emerge da un messaggio dell’Inps appena riferito ai controlli delle Asl. 

Il servizio

L’Inps, si legge, «ha rilasciato un servizio pubblicato nel portale istituzionale e denominato “Validazione delle certificazioni Adi” attraverso il quale l’amministrazione pubblica competente può validare la dichiarazione, indicata nella domanda Adi, relativa alle certificazioni attestanti le condizioni di svantaggio per il richiedente e/o per i soggetti appartenenti al proprio nucleo familiare e/o l’inserimento nei programmi di cura e assistenza con data antecedente a quella di presentazione della domanda di Adi».

Il silenzio assenso

L’Inps chiarisce che «nel caso in cui l’amministrazione interessata ad una o entrambe le verifiche (condizione di svantaggio e inserimento nel programma di cura) non si pronunci nei sessanta giorni, la richiesta passa in esito positivo per silenzio assenso». Insomma si tratta solo di presentare la domanda sperando che nessuno si faccia vivo nei successivi due mesi. Eventualità che, dati alla mano, accade con una certa frequenza visto che il 25 per cento delle domande, nel primo mese, è stata respinta. Peraltro, dai primi dati diffusi nei giorni scorsi dall’Inps, si conferma la natura meridionalistica dell’Assegno. Oltre la metà dei trattamenti di inclusione pagati a fine gennaio (287 mila) è stato destinato a famiglie residenti in Campania e Sicilia, ovvero 154.666 pari al 53,76% sul totale. In Campania sono state erogate 83.355 carte Adi mentre in Sicilia sono state 71.311. La popolazione di queste due regioni rappresenta il 17,67% degli italiani. 

La platea

Dalle statistiche si evince che al Sud e nelle Isole sono stati pagati nel complesso 224.461 assegni con il 78,02% del totale, una percentuale che supera quella del Reddito di cittadinanza che nelle indennità di novembre 2023 aveva toccato il 65,59% con assegni a 540.296 famiglie su 823.695 nell’intero Paese. In pratica oltre tre Assegni di inclusione su quattro tra i primi pagati sono destinati al Mezzogiorno contro uno su tre del Reddito di cittadinanza.

Le domande respinte

Circa una domanda su quattro di quelle già lavorate è stata respinta per mancanza di requisiti ma il governo comunque ha ipotizzato una platea a regime di circa 700mila famiglie che potranno essere destinatarie della misura. In Lombardia, con quasi 10 milioni di abitanti (9.976.509) e il 16,91% della popolazione italiana sono stati erogati solo 12.304 assegni pari al 4,28% del totale. 
Nell’intero Nord sono arrivati nella prima tornata 33.261 assegni di inclusione con l’11,56% del totale mentre al Centro sono arrivati 29.982 assegni di inclusione pari al 10,42% del totale. La Regione con meno carte Adi è la Val d’Aosta con appena 135 assegni seguita dal Trentino Alto Adige con 201. Le regioni con più Adi dopo la Campania (83.355) e la Sicilia (71.311) sono la Puglia con 27.628 e il Lazio con 21.246. Le 287 mila famiglie che potranno accedere ai pagamenti riceveranno un sms con l’invito a recarsi presso un ufficio postale per ritirare la carta di Inclusione sulla quale è accreditato l’importo dell’assegno. Il pagamento medio è stato di 645 euro a nucleo.

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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