Coronavirus, da Pizza Hut alla moda alle Diocesi: ecco i big falliti. Zara chiude 1.200 negozi

Giovedì 2 Luglio 2020 di Gianluca De Rossi
Coronavirus, da Pizza Hut alle compagnie aerre alle Diocesi: ecco i big falliti. E Zara chiude 1.200 negozi

Coronavirus, la pandemia da Covid19 fa tingere di rosso i conti di brand mondiali come Pizza Hut, Hertz, e poi di alcune compagnie aeree e anche di Diocesi che hanno presentato richiesta per il Chapter 11 della legge fallimentare statunitense, norma che tende a proteggere i creditori delle imprese. La crisi economica, poi, non risparmia nemmeno marchi della moda come Zara e H&M. Zara, ad esempio, programma 1.200 chiusure di negozi.

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Rischio bancarotta


Pizza Hut: 1 miliardo di dollari di debito


Npc International, il maggior licenziatario negli Usa della catena Pizza Hut (sussidiaria di Yum! Brands), ha presentato richiesta per il Chapter 11 della legge fallimentare statunitense. La società gestisce oltre 1.200 punti vendita di Pizza Hut e quasi 400 ristoranti della catena Wendy's. Al contrario di molti rivali, Pizza Hut ha registrato aumenti delle vendite ad aprile e maggio, ma la pandemia di coronavirus è arrivata dopo anni di vistosi cali delle vendite, che hanno fatto accumulare a Npc circa 1 miliardo di dollari di debito. Chiedendo il Chapter 11, Npc potrà continuare a operare e i suoi Pizza Hut a servire cibo. Npc ha negoziato un accordo con i creditori per la sua ristrutturazione. Npc ha aperto il suo primo Pizza Hut nel 1962, quattro anni dopo la creazione della catena di pizzerie.


Hertz: in amministrazione controllata in Usa il colosso del noleggio di veicoli


La società di noleggio auto Hertz sta facendo un passaggio in tribunale per tentare di salvarsi negli Stati Uniti.
Il ricorso al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense lascia intendere che punti a una ristrutturazione per sopravvivere. L’azienda era stata fondata nel 1918 a Chicago da Walter Jacobs, ex rivenditore della Ford, con il nome di “Rent-a-Car”. Il nome che l'ha resa famosa lo ha avuto da John Hertz, dopo l'acquisto della compagnia nel 1923. La Hertz ha 12.000 sedi in tutto il mondo, 667.000 auto e 40.000 dipendenti, e la sua crisi non è cominciata con la pandemia. Negli ultimi anni la compagnia aveva accumulato 17 miliardi di debiti.

 

Zara e H&M, conti in rosso


H&M registra forti perdite nel secondo trimestre 2020 rispetto a un anno fa: conti in rosso per circa mezzo miliardo di euro, con un progetto di riduzione di 40 punti vendita.
Zara programma la chiusura di 1.200 punti vendita, con la pandemia da Coronavirus che ha quasi dimezzato le vendite nel primo trimestre (-44%), che si traduce in 409 milioni di euro con il fatturato crollato a 3,3 miliardi, mentre nello scorso anno il primo trimestre faceva registrare 5,9 miliardi.

 

Aeromexico cerca di evitare la bancarotta


Aeromexico, compagnia aerea messicana, ha presentato istanza per la ristrutturazione volontaria ai sensi del Chapter 11 del codice fallimentare statunitense per far fronte alla crisi causata dalla pandemia di coronavirus. 
Latam Airlines, poi, porrà fine ai contratti per 31 aerei con otto società di leasing e di prestito, tra cui Bnp Paribas del Brasile, Sumitomo Mitsui Banking Corporation e il Banco Latinoamericano de Comercio Exterior di Panama. La società ha annunciato la decisione in occasione della terza udienza da quando ha presentato la domanda per il Chapter 11 della legge fallimentare statunitense. Durante l'udienza, il giudice James Garrity ha approvato 25 mozioni precedentemente presentate dalla compagnia aerea, tra cui quattro richieste che sono state contestate, in assenza di documenti ufficiali, secondo il quotidiano cileno 'Diario Financiero'. Un altro punto importante del processo è legato alla cancellazione dei contratti acquisiti con i proprietari che avevano aeromobili dei costruttori Airbus e Boeing. Le disposizioni del tribunale comprendono la restituzione degli aeromobili, dei motori, delle relative attrezzature e dei documenti di registrazione relativi ai contratti terminati e specifica che «la stipula è efficace dalla data di applicazione fino al 24 luglio 2020 o, se del caso, fino alla restituzione dell'attrezzatura dell'aeromobile alle controparti».

 

Chesapeake Energy: giù il colosso dei combustibili fossili


Chesapeake Energy, produttore Usa di combustibili fossili, ha presentato richiesta d'ingresso in Chapter 11 presso la U.S. Bankruptcy Court for the Southern District of Texas. A causa perdite per oltre 8 miliardi per la società nel primo trimestre sono stati la pandemia di Coronavirus e la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita sul petrolio.
 

Anche una Diocesi a rischio Bancarotta


Anche la Diocesi di Syracuse, negli Stati Uniti, ha presentato domanda di riorganizzazione ai sensi del Chapter 11 della legge fallimentare Usa. Il motivo del rischio bancarotta? L'impatto economico della pandemia di Coronavirus, fa sapere il vescovo Douglas J. Lucia, al quale si sommano le implicazioni finanziarie di oltre 100 cause legali relative a precedenti abusi sessuali su minori. Ma questa è tutta un'altra storia.
 


 

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 08:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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