Rai Tre, ritorna il jazz in tv
con "Sostiene Bollani"

Lunedì 7 Ottobre 2013 di Federico Scoppio
Stefano Bollani (LaPresse)
ROMA - Tutte le domeniche alle 23 su Rai3, 6 nuove puntate di "Sostiene Bollani", giunto al secondo appuntamento. Pianista e improvvisatore jazz, Bollani porta, per la seconda volta, il jazz in televisione. Un modo per raccontare un genere poco considerato dalla nostra televisione. E per dire che bisognerebbe dare molto di pi alla musica in tv, come una volta.

«In tv si parla solo di economia e siccome di economia nella peggiore delle ipotesi non capiamo nulla, e nella migliore capiamo quindi non vogliamo sentirne parlare, è tanto bello lasciare spazio alla musica ben fatta».





L'INTERVISTA

E’ arrivata alla seconda puntata la nuova stagione del suo show televisivo, Sostiene Bollani. Differenze con la passata edizione? «Regista, autori, studio sono rimasti gli stessi, abbiamo invece tolto le presenze fisse, come quella di Caterina Guzzanti, questo per dar possibilità a molti più ospiti di intervenire, ho più interlocutori. Ho voluto togliere l'impostazione allieva-maestro, senza intaccare l'aspetto divulgativo del programma. Caterina tornerà comunque nell'ultima puntata».



Guarda molto la televisione, per avere le idee così chiare? «In realtà non molto, mi capita spesso di vedere le cose che mi piacciono, e cioè i comici, da Lillo e Greg a Crozza. Ma lo faccio su YouTube, lì si trova tutto. Credo non ci sia musica in televisione, questo è un guaio».



Vuol dire che per il suo show non ha preso ispirazione da format internazionali? Come quello di Elvis Costello fa per la tv canadese... «Ho visto qualcosa nella tv francese e in Germania. Il nostro format è un po' in mezzo a due spettacoli molto vecchi che passarono in tv: il programma del compositore e direttore d'orchestra Leonard Bernstein che spiegava con un linguaggio semplice e con esempi pratici concetti musicali anche piuttosto complicati. E poi mi ha molto segnato l'esperienza tv di Lelio Luttazzi, che alternava comicità e musica di qualità».



A proposito di televisione e musica, ci sono i talent show... «Non è ciò che intendo io. Non credo che per il jazz, ma neanche per quel che riguarda il pop e il rock, siano poi così importanti. Certo, possono sembrare un buon trampolino di lancio, però il rischio è che dopo il successo iniziale tutto finisca presta, un’illusione».



Ci presenta gli ospiti? «Il fenomeno del momento è Gregory Porter, il cantante jazz, l'israeliana Noa, la cantante di fado Mafalda Arnauth, ma anche Giovanni Sollima, tra gli italiani, Paolo Angeli il chitarrista sardo. Nella prima puntata ho iniziato invitando 4 amici, 4 possibili declinazioni del pianoforte: Dado Moroni, Antonello Salis, Francesco Grillo e Lorenzo Hengeller. Quattro modi di intendere lo strumento».



Se le avessero chiesto di chiamare il suo musicista preferito? «Avrei chiamato Wayne Shorter, o Caetano Veloso, che ogni tanto mi riesce di rapirlo. E poi Bill Frisell, con il quale ho registrato ultimamente».

L'orario delle 23 si addice a quello che vuol fare?

«E’ vero, è un po' troppo tardi. Ma non avrei voluto una prima serata, la Rai mi sarebbe stata troppo addosso con i dati di ascolto».



Con Sostiene Bollani, si sostiene che la musica possa di nuovo tornare in tv? «La verità è che mi aspettavo nascesse qualcosa da quelle parti, con un'anima simile, non per forza in Rai. Il nostro è un programma che non costa molto, realizzarlo è piuttosto semplice. E invece chi lavora in tv non ha capito che con pochi soldi si possono fare scelte che possano comunque interessare il pubblico».



Contemporaneamente sta uscendo un suo nuovo disco per la tedesca ECM. «Sì, “O que será”, un omaggio al mondo sudamericano, realizzato con Hamilton De Holanda, questo magnifico suonatore di mandolino che sarà anche ospite in trasmissione. Faremo altre date insieme ma non ho la mentalità del pop, non ho organizzato un vero e proprio tour per sfruttare la visibilità della televisione».
Ultimo aggiornamento: 13:58

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