Tra poche ore negli USA uscirà “Philip Roth: The Biography”, edita da W.W.
L'America di Roth e la serie tv di Sky Atlantic: immaginazione e verità su Lindbergh nazista
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Lo scrittore, che meditava una propria biografia dal 1996, aveva reclutato un biografo Ross Miller, nipote di Arthur, con cui i rapporti si erano rapidamente guastati, poi Hermione Lee, già biografa di Virginia Woolf e Edith Wharton, su cui aveva avuto ripensamenti. Bailey, ex insegnante dell'Oklahoma e autore di biografie letterarie, ha invece avuto questo onore: Roth gli aveva dato accesso a dati personali oltre che a due libri ancora oggi inediti: uno scritto per ribattere alla Bloom e l'altro dopo la rottura con Miller. I due testi, cosi' come il resto degli archivi, torneranno presto nelle mani degli esecutori testamentari, l'agente Andrew Wylie e l'ex amante e amica Julia Golier che decideranno che farne.
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Roth, morto il 22 maggio del 2018, aveva da tempo annunciato l'addio alla scrittura perché scrivere gli era diventato sempre più difficile. Aveva passato gli ultimi anni della sua vita in dialogo con Bailey, diventato a sua volta critico, confessore, psicologo, perfino consulente matrimoniale di un mito della letteratura mondiale. Allo stesso Bailey aveva detto nove anni fa: «Non mi devi riabilitare. Rendimi interessante».
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Dalla biografia di Bailey emerge un personaggio disciplinato ed esuberante, generoso ma a tratti rancoroso e irrazionale con grande appetito sessuale espresso poi nei suoi romanzi.