L'America di Roth e la serie tv di Sky Atlantic: immaginazione e verità su Lindbergh nazista

Venerdì 24 Luglio 2020 di Leonardo Jattarelli
Winona Ryder e Zoe Kazan nella serie tv "Il complotto contro l'America"
Gli Stati Uniti degli Anni ‘40 ipotizzati da Philip Roth in uno dei suoi romanzi più acclamati, Il Complotto contro l’America, sono certamente una nazione scrutata con occhio distopico dallo scrittore ebreo. Ma si raccontano nel libro anche alcune realtà storiche che lasciano poco all’immaginazione. E non è un caso che Il complotto contro l’America, la serie tv targata Hbo esca in tv proprio in questo periodo di sovranismo con la presidenza Trump e anche alla luce degli ultimi, violenti scontri in tutto il territorio Usa per la recrudescenza della violenza razziale. Su Sky Atlantic e Now Tv arriva da oggi la serie basata appunto sul romanzo di Roth e il 25 e il 26 luglio sul canale 111 si darà vita alle maratone non-stop di tutti gli episodi. Nel cast, Winona Ryder (Ragazze Interrotte, Stranger Things), Zoe Kazan (Ruby Sparks, The Deuce), Morgan Spector (Homeland – Caccia alla spia, La nebbia) e John Turturro (Il grande Lebowski, The Night Of) oltre a Ben Cole nei panni di Charles Lindbergh.

Charles Lindbergh
Ma cosa c’è di vero e cosa di soltanto immaginato nel romanzo e quindi nella serie Il complotto contro l’America? Ambientato all’inizio degli Anni '40 e con diversi tratti autobiografici, il racconto di Roth, riscrive la storia degli Stati Uniti seguendo dal punto di vista dei Levin, una famiglia ebrea (nel romanzo i Roth, appunto) di Newark, New Jersey, l’ascesa politica di Charles Lindbergh, aviatore con idee xenofobe e populiste che arriverà a legare il destino degli Stati Uniti d’America a quello della Germania di Hitler grazie a un accordo di non belligeranza. 
Con la vittoria di Lindbergh delle elezioni presidenziali, i Levin si troveranno ad affrontare le conseguenze dei violenti e sconvolgenti cambiamenti politici che ne deriveranno: la casalinga Elizabeth “Bess” Levin (interpretata da Zoe Kazan), che teme per il futuro della sua famiglia, cercherà di proteggerla in ogni modo, mentre la sorella maggiore, Evelyn Finkel (Winona Ryder), inizierà a frequentare Lionel Bengelsdorf (John Turturro), un rabbino conservatore che diventerà una figura chiave dell’emergente amministrazione Lindbergh. Il marito di Bess, l’agente immobiliare Herman Levin – interpretato da Morgan Spector - dovrà gestire i conflitti con suo nipote Alvin (Anthony Boyle - Patrick Melrose), giovane rimasto orfano che, animato da un forte senso di giustizia - abbandonerà il New Jersey per i campi di battaglia d’Europa. 

John Turturro
Nel frattempo, il piccolo Philip – interpretato da Azhy Robertson - sarà testimone dell’onda di fanatismo che stravolgerà l’America e che coinvolgerà anche suo fratello maggiore, Sandy - Caleb Malis. Il ragazzo inizierà infatti a nutrire una crescente ammirazione per Lindbergh. Tra gli attori del cast anche David Krumholtz (The Deuce) nel ruolo di Monty Levin, il fratello maggiore di Herman; Michael Kostroff (The Wire) nei panni di Shepsie Tirschwell, un proiezionista di cinegiornali amico di Herman e Jacob Laval (Team Marco) che interpreta Seldon Wishnow, un vicino dei Levin.
Lasciamo per un attimo la storia della serie tv e ripercorriamo la celebre impresa di Lindbergh, figlio di immigrati svedesi: il padre era avvocato e successivamente sarebbe stato membro del Congresso degli Stati Uniti (e forte oppositore dell’intervento degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale), mentre la madre era insegnante di chimica. Il 20 maggio e 21 maggio 1927 Lindbergh compì la prima traversata aerea in solitario e senza scalo dell’Oceano Atlantico (gli aviatori britannici John Alcock ed Arthur Whitten Brown avevano già effettuato la traversata senza scalo dell’Oceano Atlantico nel 1919, tra l’altro in minor tempo, avendo percorso una tratta molto più breve tra l’estremità orientale della costa canadese e quella occidentale dell’Irlanda, ma non in solitario). Partito alle 7,52 del 20 maggio dal Roosevelt Field, vicino a New York, giunse a destinazione alle 22 del 21 maggio, dopo 33 ore e 32 minuti esatti, al Champs de Le Bourget, nei pressi di Parigi, a bordo del suo monoplano leggero, battezzato Spirit of Saint Louis. Dovendo ridurre al minimo i pesi a bordo dell’aeromobile, Lindbergh rinunciò alla radio ricetrasmittente per portarsi un thermos di caffè. In quanto massone, Lindbergh portò con sé in volo anche la bandiera della sua Loggia, “Keystone Lodge N. 243”, Saint Louis, Missouri.

Quella magica impresa, compiuta ancora agli albori dell’aviazione, lo consegnò direttamente alla leggenda e a prestigiosi riconoscimenti. Il presidente Calvin Coolidge gli concesse la Distinguished Flying Cross e lo nominò colonnello della riserva dell’aviazione degli Stati Uniti. Il governo francese gli concesse invece la Legion d’onore. Nello stesso anno, Lindbergh venne eletto dal Time, “Man of the Year”.
Il nome di Lindbergh rimarrà legato anche alla triste vicenda del rapimento e dell’uccisione del figlio Charles August, uno dei primi casi di rapimento ad aver avuto risonanza internazionale. Il piccolo, quando aveva soltanto due anni, fu rapito in circostanze misteriose il 1º marzo 1932 dall’abitazione di campagna dei Lindbergh, nel paese natio della moglie. Anche se fu pagato il riscatto, il piccolo non venne restituito alla famiglia e fu ritrovato, privo di vita, il 12 maggio a Hopewell, una località del New Jersey a poche miglia di distanza da casa Lindbergh.
Del rapimento di Baby Lindbergh fu accusato Bruno Hauptmann, un immigrato tedesco, carpentiere ed ex detenuto, che venne processato tre anni più tardi. Malgrado si fosse sempre proclamato innocente, Hauptmann venne giustiziato sulla sedia elettrica il 3 aprile 1936. Per difendere la propria privacy, nel dicembre del 1935 i Lindbergh si trasferirono in Europa con i loro due bambini piccoli e, fino al loro ritorno nella primavera del 1939, risiedettero principalmente in Inghilterra.

Winona Ryder
Ma torniamo al Lindbergh raccontato da Roth e quindi dalla serie in onda su Sky Atlantic. Quanto c’è di vero e non di immaginario nella storia dell’aviatore di Detroit? Su invito dell’esercito americano, Lindbergh si recò realmente in Germania per raccogliere informazioni sugli sviluppi dell’aviazione nazista; a tale scopo, compì ripetute visite fra il 1936 ed il 1939. Assistette alle Olimpiadi di Berlino, che si svolsero alla presenza di Adolf Hitler e più tardi scrisse di Hitler ad un amico: «È sicuramente un grand’uomo, e credo che abbia fatto molto per il popolo tedesco».
Nell’ottobre del 1938, durante una cena all’ambasciata americana di Berlino, per ordine del Führer, il Maresciallo dell’Aria Hermann Göring offrì a Lindbergh la Croce di Servizio dell’Ordine dell’Aquila tedesca (un medaglione d’oro con quattro piccole svastiche), concesso agli stranieri per servizi prestati al Terzo Reich. Successivamente, nel 1939, Lindbergh, di ritorno negli Stati Uniti, entrò in servizio attivo come colonnello nell’aviazione militare americana. Cosa sarebbe successo se Lindbergh avesse voluto davvero sfruttare la sua vicinanza alla Germania nazista per imporre non solo un trattato di non belligeranza con Hitler durante la guerra, ma uno Stato simil-nazista in America? 
Ultimo aggiornamento: 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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