Le sagome dei Maneskin si stagliano sul sipario rosso che divide il palco dal parterre. Il ritmo, irresistibile, è quello di Don't Wanna Sleep, che manda subito su di giri i 13mila del Pala Alpitour di Torino, armati di cellulare per riprendere l'istante in cui il sipario cade e i quattro ragazzi si palesano.
L'ALBUM
Dopo il tour negli Usa, Damiano David, Victoria De Angelis, Thomas Raggi ed Ethan Torchio hanno fatto ripartire la cavalcata internazionale in supporto al nuovo album Rush!, uscito lo scorso mese, dal loro paese, l'Italia. Con i motori riscaldati giovedì con la data zero a Pesaro, ieri il quartetto si è esibito a Torino. Riallacciando il filo con un pubblico che li aspettava da due anni. Il tour fu annunciato nel 2021, sull'onda del trionfo all'Eurovision con Zitti e buoni: oltre 120 mila biglietti polverizzati in prevendita per gli show originariamente in programma l'anno scorso. Poi il Covid e le sirene d'America hanno spinto i Maneskin a spostare tutto: «Ma un tour vero non lo facevamo da anni in Italia (da prima della vittoria a Sanremo, ndr). È un nuovo debutto: non c'è confronto con il passato», diranno a caldo, appena scesi dal palco. E poi, ridendo: «Un calore del genere non ce l'aspettavamo. I biglietti erano stati venduti nel 2021. E magari alla gente il disco nuovo non era piaciuto. I fan più caldi? Quelli brasiliani: hanno pogato tutto il tempo». Hanno visto l'El Dorado, lo show biz americano, e lo raccontano: «Benvenuti nella città delle bugie», canta Damiano in Gossip, ispirata all'ambiguità dell'ambiente losangelino. Il pubblico è con loro, nonostante il disco a un mese dall'uscita sia già fuori dalla top ten della classifica settimanale Fimi/Gfk dei più venduti in Italia (aveva debuttato il 27 gennaio al primo posto, con un'imponente campagna di marketing culminata con il matrimonio a quattro celebrato a Roma, vincendo il Disco d'oro), e Gossip sia invece 66esimo tra i singoli questa settimana.
LA TAPPA
Nessun allarme, per una band che con 18 Dischi di diamante e 259 Dischi di platino vinti a livello mondiale sembra percepire l'Italia come una semplice tappa di passaggio di un percorso più ambizioso. Non è un caso che suonino solo sette canzoni in italiano su ventiquattro: tra queste anche Vent'anni, Torna a casa e la cover di Amandoti dei CCCP, che la band suona su un piccolo palco in mezzo al parterre. Le loro ambizioni le esplicitano anche con una produzione da show internazionale, con 300 corpi illuminati che si muovono continuamente sulle loro teste e le loro spalle: «Sul palco ci siamo solo noi. Non volevamo nient'altro». E poi gli effetti speciali: su Gasoline l'asta del microfono viene avvolta dalle fiamme. Quelle di Amandoti e di Beggin' sono le sole cover in scaletta: «Beggin' ha stancato anche noi. Però ci ha portato fortuna», dicono. Si prendono i loro spazi: su Bla Bla Bla Damiano lascia gli altri sul palco per un tuffo oltre le transenne. E Thomas si concede lunghi assoli: «Ne vuole fare sempre tantissimi», dice Victoria, sarcastica.
LA FAVOLA
Domani saranno ad Amsterdam, poi Bruxelles, Berlino, Parigi. In Italia ripartiranno da Bologna il 16 e 17 marzo, poi Firenze, Roma (24 e 25 marzo al Palazzo dello Sport), Napoli, Bari e Milano. In estate i primi stadi: il 16 luglio debutteranno a Trieste, prima di arrivare il 20 e 21 luglio all'Olimpico di Roma e il 24 e il 25 luglio a San Siro a Milano. Oltre 220 mila biglietti venduti. Sembra una favola. Ma su La fine"ribadiscono che c'è un lato oscuro invisibile: «Nemmeno tutto l'oro al mondo può comprare ciò che lasci».
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