Investito e morto Edgardo Gelli, storica voce di “Romagna Mia”, inno nazionale del liscio. Gelli è stato travolto verso le 18 in zona Bivio Borzaga, a Fermignano, all’altezza della pensilina della fermata degli autobus, a poche decine di metri dall’esercizio pubblico dell’Oba Oba.
Edgardo Gelli investito, la dinamica
La corsa disperata in ospedale non è servita: il dramma ha preso definitivamente corpo alle 20.30.
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Gelli era la “Voce di Romagna”, ultimamente girava aiutandosi con un bastone e la vista presentava dei gravi problemi. La gravità della caduta è stata funestamente rovinosa. «Quando Edgardo – raccontano alcuni testimoni – è stato girato e messo supino sul fianco, dalla sua bocca è uscito un rivolo di sangue, ma respirava». Sono intervenute ben tre ambulanze. Le prime due sono tornate indietro senza sirene e lampeggianti accesi, solo la terza, dopo una prima assistenza sul posto, l’ha trasportato verso il nosocomio di Urbino con l’allarme azionato ma proprio dall’ospedale ducale, poco dopo le 20, è sopraggiunta la notizia del suo decesso. Attonita la comunità di Bivio Borzaga/Santa Barbara dove, trasferitosi da Piobbico, da diversi anni, Edgardo Gelli viveva, prima in compagnia della moglie, scomparsa qualche stagione fa. Il bravo artista era rimasto completamente solo nel suo appartamento pieno zeppo di ricordi, fotografie, premi, ritagli di giornali e riconoscimenti, tra cui l’ultimo, una lettera di febbraio 2021 del Presidente Mattarella che lo ringraziava per la sua infinita, emotiva ed elegante operosità di cantante/musicista. Nonostante le numerose primavere Edgardo ancora scriveva testi e musiche. Qualche amico o conoscente, in piccole parentesi quotidiane, lo accompagnava verso il centro di Fermignano dove, però, ultimamente lo si vedeva sempre più di rado.
Edgardo Gelli era persona conosciutissima per i suoi trascorsi artistici come cantante - sassofonista nell’Orchestra Casadei, con la quale debuttò a Goro il 27 ottobre 1969. Proprio la sua voce ha fatto il giro del mondo con le incisioni di “Romagna mia”, “La mia gente” o “Verso casa mia”. Con Casadei è rimasto fino al 1974 continuando poi a comporre e a fondare diverse formazioni musicali. Fermignano che lo aveva adottato lo piange come un proprio concittadino.
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