Con Guadagnino l'Italia
ha fatto un grande Splash

Lunedì 7 Settembre 2015 di Alda Vanzan
Il cast di protagonisti del film
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VENEZIA - Sei anni fa al Lido portò "Io sono l'amore" e furono fischi. Stavolta è in concorso a Venezia 72 con "A Bigger Splash" e ha fatto il bis: un coro di buuu alla proiezione per la stampa. Lui, Luca Guadagnino, 44 anni, non si scompone: «È nella natura delle moltiplicazioni delle opinioni esprimerle come ognuno crede», ha risposto il regista ai giornalisti che gli chiedevano cosa ha pensato della violenta reazione dei critici.

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In Sala Grande, la sera alla proiezione ufficiale è andata decisamente meglio, con applausi riservati ai protagonisti sin dal red carpet. Del resto Guadagnino per questo noir a colpi di rock ha voluto un quartetto di attori di prim'ordine, anche se ha specificato che la scelta «non ha niente a che vedere con l'imperativo del glamour, ma solo con la potenza delle personalità».

E così ecco la volutamente afona Tilda Swinton, un inedito logorroico "ballerino" Ralph Fiennes, il sex symbol del momento Matthias Schoenaerts e la figlia d'arte diventata famosa con le cinquanta sfumature di grigio (ma scelta prima di quel ruolo) Dakota Johnson.

Alla vigilia era stato presentato come il remake de "La Piscina", ma a sentire Guadagnino nel suo film c'è ben poco del lavoro di Deray del 1969: «La sciarada erotica, il quartetto, è uno schema abbastanza conosciuto, a me affascinava firmare l'invisibile, cioè il desiderio».

«Massimo rispetto per Alain Delon ma Luca mi ha detto che La Piscina era un film di m... e così non l'ho neanche guardato», se ne è uscito Schoenaerts che ha la parte che fu del divo francese. A "Bigger Splash" (titolo preso da un quadro) racconta l'incontro fatale di quattro personaggi in un dammuso di Pantelleria: Marianne leggenda del rock senza voce dopo un'operazione (Swinton), il suo compagno (Schoenaerts), il produttore discografico nonché suo ex (Fiennes) che arriva sull'isola con la figlia (Johnson). E Corrado Guzzanti nei panni del maresciallo del paese: è con lui che il finale della storia sembra virare sulla farsa. Ma anche qui Guadagnino fa spallucce e cita Giuseppe Verdi che «a 80 anni chiude la sua carriera con un'opera buffa, Falstaff, che si chiude così: tutto nel mondo è burla. E il mio film - dice il regista - finisce con la legge che decide di seguire il lato umano».

Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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