Vince la causa in Tribunale ma non gli ridanno i soldi sequestrati: la protesta dell'imprenditore

Venerdì 14 Maggio 2021 di Patrizio Iavarone
Vince la causa in Tribunale ma non gli ridanno i soldi sequestrati: la protesta dell'imprenditore

Gli hanno bloccato i fondi da tre anni e nonostante l’assoluzione con formula piena e passata in giudicato, non è riuscito ancora ad ottenere i soldi che gli spettano di diritto e che lui ha già speso. Adriano Marrama, allevatore e agricoltore di Vittorito, ieri non ha retto più e si è presentato negli uffici della Regione a Pescara deciso a rimanerci anche la notte, al fine di ottenere quanto gli spetta.

Alla fine dopo una lunga contrattazione e l’intervento dell’assessore regionale Emanuele Imprudente è stato convinto a desistere dalla protesta, con la promessa che lunedì i 135mila euro congelati dalla Regione saranno finalmente sbloccati. Una storia di ordinaria burocrazia che ha rischiato di far fallire l’imprenditore, pressato dalle banche e dall’agenzia delle entrate. La storia: nel 2012 Marrama risponde ad un bando regionale e ottiene un contributo di 270mila euro nell’ambito degli interventi per la riattivazione delle attività produttive colpite dal sisma del 2009. Con quei soldi, erogati per il 50% in una prima tranche, avvia la riparazione di Casale dell’Antera: due edifici danneggiati dal terremoto che si trovano nel Comune di Popoli e che fanno parte della sua società di Vittorito.

Nel 2017 però viene travolto da una verifica e da un’inchiesta che lo mette sotto processo per falso, ovvero per aver dichiarato falsamente la proprietà di alcuni terreni a Vittorito e asserito il nesso di causalità con il terremoto dei danni al Casale.

Scatta così il congelamento dei fondi e soprattutto la segnalazione di “poca affidabilità”: «Questo si è tradotto non solo nel blocco dei fondi – spiega Marrama – ma anche nella chiusura del credito da parte delle banche. Sono sopravvissuto finora solo grazie al mio patrimonio familiare». A gennaio scorso arriva l’assoluzione del tribunale di Pescara con formula piena: gli avvocati di Marrama, Renzo Lancia e Salvatore Braghini, riescono a dimostrare l’assoluta inconsistenza dell’accusa, fondata su interpretazioni errate del bando e addirittura su uno scambio di edifici. Scatta così la legittima richiesta di sbloccare i fondi, a cui, però, da cinque mesi, nessuno dà risposta: «Basti pensare che alla richiesta di sollecito fatta a gennaio – spiegano gli avvocati – ci hanno risposto solo il 30 aprile dicendo che dovevano chiedere un parere all’Avvocatura. Tempi inammissibili, tanto più che quei soldi gli spettano di diritto al nostro cliente». Marrama aspetterà fino a lunedì, con il sacco a pelo già pronto davanti agli uffici della Regione.

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