Perseguitata dall'ex marito: «Vuole uccidermi e lo farà» ma il paese la protegge: ti nascondiamo noi

Chieti: la donna, che ha denunciato il marito dopo 33 anni, si rifugia nelle case e nei negozi del paese

Domenica 12 Febbraio 2023 di Teodora Poeta
Perseguitata dall'ex marito: «Vuole uccidermi e lo farà» ma il paese la protegge: ti nascondiamo noi

CHIETI «Ecco che arriva». «Nasconditi». «A proteggerti ci pensiamo noi». C'è una donna che vive da anni nell'angoscia di incontrare, appostato ovunque, l'ex marito che perseguita lei e la loro figlia, la più piccola, di 10 anni. Ma, per fortuna, al momento dell'avvicinamento scatta l'alert. A salvaguardarle un intero paese. Persino le suore che hanno scelto di aprire le porte del convento per metterle, momentaneamente, al sicuro. Eppoi il barista, il gestore del supermarket, il titolare di un negozio di intimo. Pronti ad avvistare il "nemico" e sottrarre le donne al pericolo: «Nascondetevi là, vi diciamo noi quando se ne è andato».

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Succede in un piccolo centro della provincia di Chieti dove questa madre nel 2021 ha deciso di denunciare il suo ex dopo 33 anni trascorsi insieme, di cui 21 di matrimonio durante i quali sono nati 5 figli. «Se sono viva e riesco ancora ad andare avanti è solo grazie ai cittadini del paese dove vivo - racconta Sara (nome di fantasia, ndr) - Sono sempre pronti ad accogliermi nei loro negozi e nelle loro case». «Abbiamo visto aggressioni e situazioni pericolose in strada. Abbiamo paura che quell'uomo violento possa fare del male a Sara» spiegano i commercianti.
SOLIDARIETÀ
Sara cammina sul filo del rasoio della violenza familiare.

Tutto raccontato negli atti ufficiali: denunce, ricorso per la separazione, relazione dei servizi sociali, provvedimenti del tribunale dei minori dell'Aquila di allontanamento dell'uomo con divieto di avvicinamento a lei e alla bambina, decreti penali di condanna per non aver ottemperato a quei provvedimenti. Ma lui è sempre lì. Addirittura ha ottenuto dal Comune del suo paese un alloggio popolare a poche centinaia di metri da Sara e da sua figlia, nei confronti della quale gli è stata sospesa la potestà genitoriale. «Ho paura di uscire perché lui adesso abita di fronte a noi», dice la donna, che pure deve andare avanti. Ha bisogno di lavorare, di tanto in tanto pulisce qualche abitazione. E la bambina ogni giorno va a scuola e poi segue le attività. Tutto allo scoperto, tutto troppo rischioso. Il paese dove vive è piccolo, circa 5.000 abitanti. Ci sono poche attività commerciali, ma sono tutti disposti ad aiutarla. Anche le suore, in uno degli ultimi episodi, le sono venute in soccorso e le hanno dato una mano ad entrare prima in convento, poi in un negozio, mentre il suo ex marito, dopo l'ennesimo appostamento, stava iniziando ad insultarla per strada. «Conosco la situazione di entrambi - dice il sindaco - la vicenda è seguita dall'autorità giudiziaria e dai servizi sociali. La casa a lui? Cosa dovevamo fare? Meglio non esasperarlo. È una situazione difficile, complicata da gestire anche per noi».

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LA MAMMA UCCISA
I trascorsi hanno segnato Sara ma lei, oggi, ha trovato il coraggio di denunciare e ribellarsi. «Da bambina - racconta - ho assistito al femminicidio di mia madre per mano di mio padre. Quando mi sono avvicinata all'età che aveva all'epoca mia madre quando è stata uccisa, 33 anni, pensavo che avrei fatto la stessa fine. Ma ce l'ho fatta a superare quel momento. Eppure ho ancora paura». Parole che arrivano dritte al cuore come lame. «Io ho perdonato mio padre, che ormai è morto da tempo - prosegue - Ma mia madre mi è sempre mancata. Non è facile vivere in certe situazioni. Qualcuno potrebbe giudicarmi e dirmi "tu ci sei passata da bambina, perché non te ne sei andata prima?". Ma finché non hai i figli è tutto diverso». Poi la riconoscenza nei confronti dei suoi concittadini per tutto ciò che fanno per lei in questa complicata situazione. «Una volta il mio ex marito mi ha picchiata e io mi sono ripresa dopo 12 ore. I bambini piangevano. Lui mi disse che mi avrebbe tagliato la gola e io lo so che prima o poi lo farà». La procura competente di Lanciano ha un fascicolo aperto su questa vicenda che riguarda reati da codice rosso. Sara è assistita dall'avvocata Manuela Zelaschi, che dice: «Credo che sia stata sottovalutata la situazione. Adesso non abbiamo più strade e come gesto "disperato" ci siamo rivolti al questore di Chieti per chiedere un provvedimento urgente». Nel frattempo, però, la paura della donna cresce di giorno in giorno. «La rabbia del mio ex è che non tornerò indietro - sottolinea - Io sento, però, che lui si fermerà solo quando sarò morta. E sarà lui ad uccidermi».
 

Ultimo aggiornamento: 07:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA