VICENZA - I Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza e delle tenenza di Schio hanno eseguito quattro misure cautelari personali e reali, emesse dal Gip presso il Tribunale nei confronti di altrettanti indagati, due dei quali in carcere, per i reati di estorsione e usura. Nei confronti degli altri due è stata notificata la misura dell'obbligo di presentazione quotidiano alla polizia giudiziaria. Sono stati posti inoltre sotto sequestro beni e disponibilità finanziarie per oltre 70.000 euro.
Dopo indagini che proseguivano da circa un anno le manette sono scattate ieri mattina per una badante filippina di 51 anni e per un operaio bengalese 43enne, operaio di una ditta di Schio: i due, ora rinchiusi rispettivamente nei carcere di Montorio Veronese e Vicenza, devono rispondere di usura ed estorsione. La sorella della donna, 50enne, e suo marito, un pensionato vicentino di 63 anni, residente a Malo, dovranno andare tutti i giorni in caserma a firmare alla tenenza di Schio. Risulta infine indagato anche il figlio della coppia, un 29enne che vive con loro, che avrebbe a sua volta prestato del denaro.
Secondo le indagini delle fiamme gialle, la cui operazione è stata chiamata "Pecunia", i soggetti avrebbero prestato soldi a interessi molto elevati (fino al 215%) ad una quarantina di filippini delle zone di Schio e di Valdagno, con prestiti compresi tra i 1000 e i 5000 euro.
Ultimo aggiornamento: 15:42
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Secondo le indagini delle fiamme gialle, la cui operazione è stata chiamata "Pecunia", i soggetti avrebbero prestato soldi a interessi molto elevati (fino al 215%) ad una quarantina di filippini delle zone di Schio e di Valdagno, con prestiti compresi tra i 1000 e i 5000 euro.
La badante e suo cognato sono accusati anche di circonvenzione d'incapace ai danni dell'anziano di 90 anni che lei seguiva, a cui avrebbero sottratto soldi dal conto corrente.