Europee, la lista del Pd veneto. Variati si ritira: Bisato come Ponzio Pilato»

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Alda Vanzan
Achille Variati
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Più che una rosa di nomi, quella che il Pd veneto ha presentato a Roma sembra una margherita da sfogliare, con i candidati alle elezioni Europee che cominciano a ritirarsi. Il primo a farlo è stato l'ex sindaco ed ex presidente della Provincia di Vicenza, Achille Variati: «Dopo la non decisione della direzione regionale del Partito Democratico del Veneto. ritiro la mia disponibilità a essere candidato alle elezioni europee del prossimo maggio». E potrebbe ritirarsi pure il capogruppo in consiglio regionale Stefano Fracasso: «Per accettare vanno fatte delle valutazioni nazionali, locali e anche personali. Devo vedere». Anche l'ex senatrice trevigiana Laura Puppato, salvo poi precisare che il suo era solo un pourparler, aveva ventilato la possibilità di farsi da parte.
 
LA MOTIVAZIONEChi ha fatto un passo indietro sul serio è Variati. Il suo nome - assieme a quelli di Stefano Fracasso, Alessandra Moretti, Laura Puppato, Alessia Rotta e Antonio Silvio Calò - rientrava nella rosa di proposte giunte al segretario veneto Alessandro Bisato dopo una serie di consultazioni. Lunedì sera, come riferito ieri dal Gazzettino, la direzione regionale del partito ha ampiamente discusso ma non ha preso alcuna decisione in merito alle proposte di candidatura, delegando di fatto la scelta a Roma. Il punto è che avere sei candidati in lista, di cui tre vicentini (Variati, Moretti, Fracasso), rischia di disperdere le preferenze. E di non far eleggere nessuno. È per questo che Variati si è ritirato.
«Sono convinto - ha detto l'esponente dem - della necessità che l'ala progressista, il Pd, abbia un europarlamentare veneto. Avere solo riferimenti leghisti a Bruxelles per la nostra regione sarebbe un grave errore. Per poter far questo, però, occorre una necessaria concentrazione di voti. La direzione regionale del Pd veneto, invece, si è lavata le mani, in modo pilatesco, senza nessuna considerazione. Mi si perdoni, ma io sono portatore di una storia, lunga, di cui sono fiero e anche geloso. Per cui buttarmi così, nella mischia, non mi va. E quindi ritiro la mia disponibilità e lascio spazio a un'altra candidatura. Sarà la Moretti? Sarà la Moretti. Ma io a riti ormai logori non ci sto più».
Secondo Variati, la direzione di lunedì sera doveva ragionare su quale, tra le varie figure, potesse essere il capolista per il Veneto da proporre al partito nazionale. In pratica il terzo posto in lista dopo Carlo Calenda e l'emiliano-romagnola Elisabetta Gualmini. Che sono i due certi di elezione. Questo non significa che nessun altro veneto potesse essere in lista, ma - spiega Variati - dovevano essere candidature di sostegno, di servizio: «Proporre a Roma tre candidature vicentine vuol dire non capire». Zingarettiano della prima ora, Variati ieri ha informato il segretario nazionale: «Zingaretti era al corrente di questa mia decisione, che peraltro capiva. Io avevo detto: scegliete chi volete, ma scegliete».
Resta il fatto che il Pd una volta subisce le scelte romane e la volta dopo le delega alla capitale: perché il partito non è capace di decidere a casa propria? «Perché evidentemente non ha una classe dirigente forte, capace di autodeterminarsi e condizionare. Però io, ritirandomi, faccio la mia parte, dò un contributo per consentire una concentrazione di consensi su chi il partito deciderà. E dico subito che darò una mano in campagna elettorale».
IL POSTVariati ha reso pubblica la decisione di ritirarsi con un lungo post su Facebook. «Lo sottolineo: non mi sono autocandidato. Avevo dato la mia disponibilità a correre subordinandola a una sola ma decisiva condizione: quella che il Veneto si ritrovasse attorno a un nome principale da proporre. Il partito regionale, purtroppo, ha preferito non fare questa selezione, inviando a Roma ben sei candidature per il Veneto. Tre, addirittura, dalla provincia di Vicenza. In queste condizioni, i candidati veneti finirebbero per cannibalizzarsi».
Non essendo ancora chiuse le liste, la candidatura di Variati potrebbe anche essere recuperata, magari sfoltendo le proposte vicentine da tre a due. Ma i giochi, ormai, sono tutti romani.
Alda Vanzan
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