«Spv, sinora pagato per gli espropri
solo il 10%. Previsti tempi lumaca»

Sabato 23 Gennaio 2016 di Maria Elena Mancuso
Massimo Follesa, l'avvocato Alessandro Pizzato, Matildde Cortese e Elvio gatto

BASSANO - Finora cifre esigue. I pagamenti effettuati agli espropriati a dicembre 2015 sono ancora irrisori. Si parlerebbe infatti di 36 milioni di euro, solo il dieci per cento della cifra totale. Lo ha spiegato il CoVePa, il comitato che raccoglie e coordina i vari gruppi attivisti contrari alla realizzazione della Pedemontana Veneta, con i portavoce Elvio Gatto, Matilde Cortese e Massimo Follesa, insieme all'avvocato Alessandro Pizzato.

Follesa ha raccontato il deludente incontro con l’assessore reginale Elisa De Berti: «Non era nostro intento parlare solo degli espropri. Volevamo discutere dell’intero progetto che, oltre a poggiare su presupposti inaccettabili, quelli dell’emergenza, è un disastro anche dal punto di vista finanziario. La De Berti ci ha parlato di uno stanziamento di cinque milioni al mese da erogare a Spv ma, per sua stessa ammissione, con quei fondi si dovrebbero pagare non solo gli espropri, ma anche le imprese che realizzano i lavori. Di questo passo i tempi diventerebbero lunghissimi e non possiamo di certo accettare che siano ancora i cittadini con i loro campi e le loro case a pagare le conseguenze di questa brutta storia. Abbiamo consegnato all’assessore una relazione che illustra nel dettaglio le nostre richieste e i punti su cui è necessario far luce per il bene di tutti. C'è bisogno di trasparenza, risposte e certezza».

Certezze finanziarie, soprattutto, che, sostiene il Covepa, non ci sono ancora. «Il piano sarà approvato molto probabilmente entro settembre o al massimo per la fine del 2015», aveva dichiarato il commissario in agosto scorso, in merito alla mancata approvazione del cosiddetto closing finanziario. E aveva accennato alla possibilità di ricorrere all’erogazione di project bond, ovvero obbligazioni immesse sul mercato, proprio per finanziare il progetto. Ma se anche si dovesse ricorrere a questo mezzo, sarebbe possibile farlo solo sul mercato Usa, dato che, a quanto pare, mancherebbe la possibilità di attuare questo genere di finanziamenti a livello europeo, dice Follesa.

Sul tappeto anche la sfavorevole sentenza del Tar del Lazio e il conseguente prossimo ricorso al Consiglio di Stato. «Dopo due sentenze a favore dei ricorsisti - ha spiegato l’avvocato Pizzato -, in merito alla mancanza di un effettivo stato di emergenza a giustificare la realizzazione della Pedemontana, il Tar del Lazio ha espresso parere opposto. Ma in nessun Paese del mondo il traffico è considerato una calamità naturale al pari di terremoti e inondazioni. Ci appelliamo al Consiglio di Stato nel tentativo di ribaltare nuovamente la sentenza a favore dei ricorsisti. E se anche questo tentativo dovesse cadere nel vuoto, abbiamo sufficiente materiale per continuare la nostra battaglia».

Al di là della questione dell'emergenza il Covepa ritiene che siano state stravolte le procedure, aggiunge Pizzato: «Il commissario straordinario potrà anche fare delle deroghe, ma solo con motivazioni e regole ben precise, che ci sono e devono, o meglio dovrebbero, essere rispettate». 

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